Roma, 2 ottobre 2019 - Ottantasette tratte di 23 autostrade per 810 chilometri, da nord a sud, grandi gallerie comprese. Dal Monte Bianco - quasi 12 chilometri - alla Badia, il grande tunnel sulla variante di valico che sfiora i 9 chilometri. E' la lista dei Tutor riattivati. In un mese e mezzo è raddoppiata. Gli impianti riaccesi erano 46 per 420 chilometri il 16 agosto, quando Autostrade aveva dichiarato l’obiettivo di "attivare controlli della velocità media su circa mille chilometri di tratte entro i giorni del controesodo". Le più sorvegliate sono A1 e A14, che da sole sfiorano la metà delle postazioni: 23 nella prima, 17 nell’altra. Vigilate anche A4, A5, A7, A8, A10, A13, A16, A23 (il nuovo ingresso), A26, A30, A56.
Ecco qui l'elenco completo.
“La Stradale provvede ad effettuare la verifica iniziale del sistema, nonché le verifiche periodiche a cadenza annuale”, è l’indispensabile premessa, visto che la taratura dei Tutor dev’essere ripetuta almeno ogni dodici mesi, perché le sanzioni siano efficaci, come ha stabilito nel 2015 una sentenza della Corte Costituzionale. Autostrade ha ricordato che il sistema, inaugurato nel 2004, “ha ridotto del 70% il numero dei morti sulla rete autostradale, grazie ad una diminuzione del 25% della velocità di picco e del 15% di quella media”.
I Tutor Sicve - al centro di una guerra del brevetto - erano stati spenti ad aprile 2018, quando Aspi poteva contare su 300 postazioni lungo 2.500 chilometri di rete. A luglio era stato sperimentato il sistema PlateMatching. All’inizio su 22 tratte, che poi erano diventate 46 nella settimana di Ferragosto. La vicenda giudiziaria si trascina dal 2006, quando la Craft ha fatto causa al colosso autostradale, rivendicando la paternità del brevetto. Ultimo atto, una diffida. Che però non ha fermato la riattivazione degli impianti.