Per Donald Tusk (foto sotto) sarà un ritorno al passato, alla guida dell’Europa, anche se soltanto per sei mesi. Triplice la sua missione: far dimenticare il burrascoso semestre di Viktor Orban, riaffermare il più convinto sostegno a Kiev in vista dell’arrivo oltreoceano dell’altro Donald, e posizionarsi come baluardo contro il sovranismo che rischia presto di dilagare a Berlino – col vento che soffia sempre più forte nelle vele dell’AfD – e al contempo alter ego dell’ormai ingolfato motore franco-tedesco.
Da domani, per la seconda volta nella storia, Varsavia sarà alla guida dell’agenda europea con un piano chiaro: mettere l’Est al centro della scena e dare priorità assoluta alla sicurezza. Un semestre segnato anche dalla campagna elettorale interna, con la Polonia che si prepara a eleggere il suo nuovo presidente a maggio: Tusk, puntando sul fedele sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, sarà impegnato a giocarsi tutte le sue carte per dare la spallata definitiva ai conservatori del PiS – alleati a Bruxelles dell’Ecr di Giorgia Meloni – e conquistare anche lo scranno presidenziale.
Issati nei palazzi delle istituzioni Ue a Bruxelles i vessilli biancorossi polacchi, il 9 e 10 gennaio la squadra dei commissari Ue guidata da Ursula von der Leyen farà il suo debutto a Danzica dando ufficialmente il via ai lavori. Un appuntamento cruciale per fare il punto sul primo grande documento della Commissione in arrivo a gennaio e promesso dalla leader tedesca per i primi cento giorni del suo bis.