Lunedì 10 Febbraio 2025
ANNA GIORGI
Cronaca

Fioccano le truffe nel nome di Crosetto. Il tentato raggiro a una piccola azienda e i carabinieri mascherati da impiegati

Il caso di una ditta emiliana di strutture per la messa in sicurezza di luoghi, anche militari, contattata da un finto “uomo di fiducia” del ministro. Il finto funzionario ha chiesto soldi per fare affari

Guido Crosetto, classe 1963, è il titolare del dicastero della Difesa del governo Meloni

Guido Crosetto, classe 1963, è il titolare del dicastero della Difesa del governo Meloni

Milano – L’esposto del ministro della Difesa, Guido Crosetto, il cui nome è stato usato per mettere a segno la maxi truffa nei confronti di una serie di imprenditori, è stato depositato. E già nei prossimi giorni potrebbe arrivare una richiesta, sempre dalla Procura di Milano, di sentire proprio il ministro della Difesa come persona informata dei fatti. La denuncia ipotizza la sostituzione di persona.

Ma non solo vip con bonifici stellari sono finiti sotto la lente di procura e nucleo investigativo dei carabinieri, perché i casi e le segnalazioni di sedicenti inviati del ministero della Difesa aumentano. Come quella che arriva da una azienda emiliana, contattata da un sedicente braccio destro di Guido Crosetto, inviato dal ministero della Difesa. L’azienda si occupa di strutture per la messa in sicurezza di luoghi, anche militari. A raccontare la truffa è la titolare Arianna B.

“Un paio di mesi fa – afferma – ci contatta un uomo, italiano, che si presenta come un alto funzionario del ministero della Difesa, dice di essere il braccio destro di Crosetto, l’uomo di fiducia. Il ministero – ci comunica quest’uomo – avrebbe bisogno dei vostri prodotti, a uso militare, per zone strategiche in tutta Italia. Una commessa molto grossa – continua la titolare – ci rivela che l’affare è segreto e deve restare tale, perché il ministro sta agendo per scopi che devono restare riservati. Così, ci chiede di firmare un accordo di riservatezza in cui ci impegniamo a non parlare con nessuno di questi lavori e di questo materiale da inviare. Ci incontriamo in ufficio da noi, il sedicente braccio destro di Crosetto arriva con molta parlantina e con carta intestata del ministero della Difesa in cui scrive quello di cui avrebbe bisogno, una sorta di “accordo" tra privati, chiedendoci di preparare un preventivo da inviargli. Poi – sostiene la titolare – ci chiede anche se avevamo, per caso, 385 euro in contanti per le spese di burocrazia. È lì, dopo quel colloquio, che mi insospettisco perché aldilà dei 385 euro chiesti in contanti, cosa già molto anomala, i preventivi di questi grossi lavori viaggiano su piattaforme, non vengono inviate a persone fisiche, né si fanno presunti “accordi privati”. Quindi, decido di fissare un altro appuntamento assicurandogli che gli avrei dato, in contanti, i 385 euro di cui non disponevo subito e che gli avrei preparato il preventivo. Intanto – racconta ancora – avverto i carabinieri”.

“Quando l’uomo, un paio di giorni dopo, si ripresenta mi fa mettere il denaro in due buste del ministero della Difesa. Nel momento in cui agguanta la busta però, intervengono sei carabinieri in borghese che stavano seduti alle scrivanie, fingendosi impiegati. E lo scortano in caserma. Penso lo abbiano arrestato – conclude –, ma da quel momento io e la mia famiglia non abbiamo più voluto sapere nulla, perché abbiamo avuto paura. I militari ci hanno detto che stanno anche recuperando il denaro sequestrato, una minima cifra che a noi non interessa. Preferiamo dimenticare”.

I militari della zona stano indagando, non è chiaro se la banda appartiene alla stessa che si è mossa a livelli più alti, certo è, però, che ha avuto modalità d’azione molto simili.