Domenica 21 Luglio 2024
RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Trovati resti umani in canonica Risalgono a oltre mezzo secolo fa Si indaga tra le donne scomparse

Lo scheletro scoperto dal parroco nella soffitta: era in un sacco. Trovati anche bottoni di una divisa militare Inchiesta per occultamento di cadavere. Il medico legale: la vittima poteva avere tra i 40 e i 50 anni

Il sottotetto della canonica dove, nella primavera del 2023, furono trovate le ossa

Il sottotetto della canonica dove, nella primavera del 2023, furono trovate le ossa

Vicenza, 21 luglio 2024 – La zona – l’Altopiano dei Sette Comuni contiguo alla Valsugana e non distante dal Monte Grappa – è stata teatro di epiche battaglie fra il 1915 e il 1918 e quindi si pensava che le ossa scovate in un sacchetto di cotone nel sottotetto di una canonica potessero essere di uno dei tanti ignoti soldati caduti nella Grande Guerra. A farlo credere, quando avvenne il ritrovamento poco più di un anno fa, anche i bottoni apparentemente di una divisa militare. E invece l’esame anatomopatologico dello scheletro, diviso ma appartenente a una sola persona, ha rivelato che si tratta di una donna morta all’incirca 50 anni fa, all’inizio degli anni ’70. Il mistero che era storico-militare si è così trasformato in un classico cold case. E riporta la mente alla vicenda Claps a cui molto si assomiglia anche se in quel caso si sapeva chi si cercava e in questo il buio è pressoché totale.

Il ritrovamento è avvenuto nella vecchia canonica della chiesa di San Giovanni Battista Decollato, nella frazione di Stoccareddo, da parte di un collaboratore di don Federico Zago, il parroco. Il sacerdote, dopo attimi di smarrimento, aveva informato i carabinieri e la procura aveva aperto un fascicolo senza indagati per occultamento di cadavere. Ora a distanza di un anno il responso del professor Giovanni Cecchetto dell’Università di Padova: il teschio e le ossa ritrovate sono di una donna "di origine indoeuropea" (definizione che comprende quasi tutte le popolazioni europee e asiatiche), deceduta nei primi anni Settanta a un’età presumibile fra i 40 e i 50 anni. Non ci sarebbero sulle ossa segni di evidenti traumi. Le ricerche scientifiche non si fermano qui. Verranno effettuate altre analisi, andando alla ricerca del Dna per verificare se già esiste in qualche banca dati. Ma il caso è assai nebuloso e le domande a cui gli inquirenti della procura di Vicenza devono rispondere sono al momento insolute e soprattutto non esisterebbero ricordi dei cittadini di Gallio – e secondo l’archivio parrocchiale – di donne della zona scomparse nel periodo in questione; non ci sono denunce in tal senso e neppure indagini di quel periodo per un presunto delitto. Si cerca così di scavare nella memoria, ma anche il parroco non sa come giustificare il ritrovamento.

“La notizia che i resti trovati nella vecchia soffitta dell’ex canonica appartengano a una donna ci lascia sconcertati – spiega don Zago –. L’ultimo a risiederci è stato don Gianfranco Lazzarin 20 anni fa. L’idea che mi sono fatto è che tutto sia frutto di una serie di sfortunate coincidenze: qualcuno che le ritrovò, forse provenienti dal cimitero dismesso, consegnò quelle ossa al parroco che le mise in un angolo della vecchia sagrestia con l’intenzione di consegnarle alle autorità, ma poi se ne dimenticò, non certo per aver voluto occultare un cadavere". Increduli anche i cittadini che non parlano d’altro. "Credo – dice l’ex sindaco di Gallio, Emanuele Munari – sia difficile risalire alla storia di questa donna. Potrebbe dunque trattarsi di resti messi in un sacchetto e depositati ingenuamente in soffitta da chissà chi. Temo che tutto resterà un mistero".