Autopilot, il controverso sistema di pilota parzialmente automatico della Tesla, finisce sotto inchiesta. La National highway traffic safety administration (Nhtsa) ha aperto un’indagine formale dopo undici incidenti dall’inizio del 2018 in cui le vetture della casa automobilistica si sono scontrate con uno o più veicoli coinvolti in situazioni di emergenza, causando un morto e 17 feriti.
Gran parte degli incidenti si sono verificati dopo il tramonto, nonostante le misure di sicurezza attuate dai soccorritori, come segnali luminosi e coni stradali. Le collisioni sono state registrate in vari Stati, dalla California alla Florida, dal Michigan al Texas. "L’inchiesta preliminare riguarda il sistema di assistenza alla guida e le tecniche usate per sorvegliarlo e far rispettare l’impegno del conduttore durante la sua utilizzazione", ha spiegato l’agenzia americana.
La notizia ha affondato in Borsa i titoli del gruppo diretto da Elon Musk (-5% a Wall Street). Tesla resta comunque un successo tecnologico e commerciale planetario. A fine aprile la società aveva consegnato oltre 184mila auto a livello globale, più del doppio rispetto al 2020. Non solo, le previsioni di crescita delle consegne per quest’anno sono di oltre il 50%, pari a 750mila vetture.
La Nhtsa esaminerà il sistema Autopilot in circa 765mila modelli Tesla prodotti dal 2014 ad oggi: Y, X, S e 3. La National highway traffic safety administration ha aumentato da tempo la sua attenzione verso i sistemi di assistenza alla guida, che stanno diventando sempre più diffusi sulle strade americane e ha chiesto alle case automobilistiche di segnalare regolarmente gli incidenti che coinvolgono tali sistemi.
Tesla ha sempre sostenuto che guidare con l’Autopilot è più sicuro che non farlo senza e che il congegno è ideato per aiutare il conducente nell’uso dello sterzo e nel mantenere una distanza adeguata dagli altri veicoli. Ma qualche guidatore, magari tratto in inganno anche dal nome controverso di questa tecnologia, potrebbe usarla scorrettamente, ad esempio senza tenere le mani sul volante, contro le istruzioni della società.
L’indagine è un’altra tegola sull’azienda di Musk, che recentemente ha richiamato oltre 285mila veicoli in Cina per risolvere un problema legato al sistema di controllo della velocità. Sistema che secondo le autorità regolatorie di Pechino potrebbe essere attivato accidentalmente, causando improvvise accelerazioni. Gran parte di queste vetture sono state prodotte nell’impianto di Shangai e il software potrebbe essere sistemato da remoto. All’inzio dell’anno invece Tesla ha richiamato circa 135 mila modelli della berlina S luxury e della sport utility X per problemi del touch-screeen.
La notizia dell’indagine aperta negli Stati Uniti arriva a pochi giorni dall’annuncio dell’apertura al pubblico del nuovo impianto Tesla in Germania. La fabbrica fuori Berlino sarà visitabile con un tour il 9 ottobre. Musk sta costruendo quello che considera essere il più avanzato impianto di produzione di veicoli elettrici ad alto volume nel mondo. Originariamente, la produzione nella cosiddetta Tesla Gigafactory doveva iniziare a luglio, ma la fine dell’anno è ora la data obiettivo.
red. est.