Lunedì 27 Gennaio 2025
MARTA OTTAVIANI
Cronaca

Troll, nel lato oscuro dei social. Profili-trappola e totale anonimato: ‘amici’ per fare soldi

Aitana si presenta come influencer spagnola di viaggi, è bellissima e cambia sempre il look. Ma è stata creata dall’Intelligenza artificiale. I casi di Liv, alias “orgogliosa mamma nera e queer”, e dell’imprenditore tessile Brian: sono tra le centinaia di account cancellati da Meta

Liv, profilo falso creato dall’intelligenza artificiale

Liv, profilo falso creato dall’intelligenza artificiale

Roma, 27 gennaio 2025 – C’è chi vuole sostituire le persone, chi le vuole controllare, chi vuole manipolare l’opinione pubblica e infine chi ti deve vendere qualcosa. Sta di fatto che ormai la rete è piena di profili falsi creati con l’intelligenza artificiale. Siamo andati a fare un giro per la rete, per capire le proporzioni di un fenomeno in crescita esponenziale, destinato a diventare sempre più raffinato e difficile da riconoscere, studiato apposta per eludere quello che è il grande problema dei social: l’anonimato, dietro il quale si può nascondere chiunque. Proprio a causa di questa apparente normalità vengono considerati affidabili da chi interagisce con loro. A quel punto possono trasformarsi in troll ‘classici’, ossia quelli che insultano e creano polemica, oppure i cosiddetti ‘false friends’. ‘Persone’ dai modi educati, che si presentano inizialmente come amici, alleati o persone di supporto, ma il loro scopo è seminare dubbi, creare conflitti o minare la fiducia tra le persone. Nel nostro giro sul web, abbiamo visto decine di profili potenzialmente falsi, ma distinguerli da quelli veri è un’impresa, tanto che stanno sorgendo figure professionali che, sempre grazie all’AI, riescono a smascherare questi impostori virtuali. Il problema è che, spesso, non si riesce a capire chi ci sia dietro quei volti e perché li abbia creati. Dalla nostra inchiesta, abbiamo scoperto che qualcuno lo fa per motivi di business. Aitana, per esempio, è una ragazza spagnola che si è reinventata influencer di viaggi e lifestyle. Su Instagram dice di essere una creator digitale. Bellissima, fisico mozzafiato e capelli rosati, ha oltre 350mila follower e si fa ritrarre in giro per il mondo, dalle grandi capitali ai mari cristallini, dai deserti alle località iconiche, come Positano. Cambia spesso look, ha tanti amici e amiche con cui si fa ritrarre. C’è anche una foto del suo compleanno, che cade il 12 novembre, con lei che ringrazia per gli auguri. In alcune immagini, si vede persino la ricrescita della tinta. Tutto falso. Aitana è una delle creature di un’agenzia specializzata nella creazione di profili generati con l’intelligenza artificiale che diventano influencer, molto meno impegnativi e costosi di quelli in carne e ossa. Messa così, farebbe anche sorridere. Il problema è che i profili falsi creati con l’AI sono a migliaia, ogni giorno, e purtroppo non vengono utilizzati per farsi seguire da migliaia di persone che sognano esistenze perfette a sforzo zero. Nei mesi scorsi, Meta ha fatto eliminare da Facebook centinaia di profili che si sono rivelati falsi e che utilizzavano foto realizzate con l’intelligenza artificiale. Si trattava soprattutto di giovani donne e studenti. La loro funzione era curiosare e intervenire sugli account di giornalisti e attivisti politici.

I profili sono stati rimossi, ma non si è mai saputo chi abbia commissionato (e pagato) la creazione di 900 veri finti spioni. Lo stesso copione viene ripetuto in tutte le parti del mondo, dagli ‘smanettoni’ di turno ai dilettanti. Anche perché a realizzare una foto on l’intelligenza artificiale non ci vuole proprio niente. Basta andare sul sito https://thispersondoesnotexist.com/ e cliccare finché non viene fuori un’immagine di nostro gradimento. Le piattaforme che prima hanno alimentato questo fenomeno, adesso corrono ai ripari. Proprio qualche giorno fa Meta ha annunciato che sta proseguendo con l’eliminazione delle centinaia di profili creati con l’intelligenza artificiale.

Fra questi c’erano, per esempio, Liv, ‘orgogliosa mamma nera e queer’ e Brian, imprenditore tessile che invita le persone a scrivergli ‘se vogliono parlare di qualcosa’. Entrambi con vite reali, create dall’intelligenza artificiale: figli, lavoro, passatempi. Meta ha cancellato gli account perché alcuni utenti, reali, hanno iniziato a interagire con loro, pubblicamente ma anche con messaggi privati. C’è poi chi usa i profili generali con l’AI come il telemarketing del Terzo Millennio. Ne abbiamo visto anche su Linkedin. Qui gli account Ai generated (creati appunto con l’intelligenza artificiale) sono intenti a mandare messaggi, vendendo servizi o prodotti. Persone con percorso di studi ed esperienze lavorative alle spalle. Peccato che non siano mai esistite.