Domenica 22 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Trieste, giallo del cadavere legato: la verità dalle telecamere? Procura: “Non c’è prova che sia omicidio”

Delitto o suicidio? Gli investigatori non escludono alcuna pista. A indagare la stessa pm del caso Resinovich. Il procuratore capo: “Prematura qualunque ipotesi”

Trieste: oggi l'autopsia sul cadavere bendato, con piedi legati, appeso al guardrail

Trieste, 25 settembre 2023 – Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte dell'uomo ritrovato impiccato, bendato e legato a un guardrail di Trieste. Nessun segno di tortura sul corpo, chiarisce un comunicato del procuratore capo Antonio De Nicolo.

“Gli elementi finora emersi – è la conclusione della nota - non sono in alcun modo indicativi di un decesso dovuto all’opera di terzi”. Si fa sapere che è stato ritrovato un certificato medico del 10 settembre che diagnosticava una “sindrome ansiosa depressiva” e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica. 

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Omicidio o suicidio?

Ma allora cosa è successo all'uomo, probabilmente un iraniano di mezza età, come lascerebbe intendere la documentazione trovata a nome di B. K., 55 anni, a Trieste senza fissa dimora? Quell’uomo è stato ucciso o piuttosto si è suicidato?  “Prematura qualunque ipotesi”, per usare le parole del procuratore.

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Le telecamere

Un elemento importante per i carabinieri che conducono le indagini potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere Anas che gli investigatori hanno acquisito e che si preparano ad analizzare. Secondo il medico legale, il cadavere era su quel guardrail da almeno 36-48 ore. Quindi il lavoro si preannuncia lungo.

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Come è stato trovato il cadavere

L'uomo è stato trovato ‘impiccato’ con un laccio, le mani legate da una camicia, una benda a coprirgli quasi completamente il viso e nastro adesivo sulle gambe. La scoperta è stata casuale, domenica mattina, si sono accorti di lui alcuni tecnici dell’Anas che erano impegnati in un sopralluogo.

La stessa pm del caso Resinovich

“Ritrovamento di cadavere da impiccamento”, dice il fascicolo aperto da Maddalena Chergia. La stessa pm del giallo Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa dalla sua casa di Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. Per quella morte la procura aveva chiesto l’archiviazione come suicidio. Il gip ha invece ordinato nuovi approfondimenti, tuttora in corso. Ma questa è tutta un’altra storia.  

Le parole della procura

"Va sottolineato il fatto – scrive il procuratore De Nicolo  – che sul cadavere sono stati trovati alcuni documenti e fogli, tra cui un certificato datato 10 settembre rilasciato da un medico della Donk Humanitarian Medicine, il quale diagnosticava una sindrome ansiosa depressiva e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica (...). Tutta la documentazione predetta era a nome di tale B.K, nato a Teheran nel 1968, a Trieste senza fissa dimora. L’identità del deceduto potrà essere confermata solo all’esito delle investigazioni che verranno condotte anche attraverso i canali di cooperazione internazionale”.

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