Trieste, 24 settembre 2023 – Sul cadavere bendato e legato trovato appeso a un guardrail a Trieste la criminologa Roberta Bruzzone è cauta. “Non ci sono segni evidenti di tortura – premette -. Il soggetto potrebbe aver fatto tutto da solo. Quindi non si può escludere l'ipotesi del suicidio”.
Bruzzone – psicologa forense, personaggio televisivo e scrittrice - osserva che da quanto trapela al momento “anche la modalità della legatura è compatibile con un’azione auto prodotta dal soggetto stesso. Insomma, non serviva un'altra persona”.
L’uomo del guardrail aveva le mani legate da un laccio, nastro adesivo gli teneva fermi i piedi. Naturalmente l’autopsia darà chiarimenti sostanziali (potrebbe essere già domani).
Un altro elemento importante: capire da quanto tempo il cadavere fosse si trovasse lì.
“Ancora non possiamo rispondere a questa domanda – osserva Bruzzone -. Il quadro al momento resta nebuloso. Potrebbe già essere iniziata la putrefazione. E quindi quelli che in un primo momento sono stati interpretati come segni di tortura, si potrebbero invece spiegare come azione provocata dalla fauna locale".
Il corpo, suggerisce Bruzzone, “era lì da almeno 24 ore. Ma per arrivare a una data più precisa si dovranno attendere le valutazioni del medico legale. In particolare saranno importanti due parametri, il rigor mortis e l'ipostasi. Che daranno certezze sull'epoca della morte. Ripeto, al momento non possiamo escludere una tragedia personale”.