Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Alpinisti spagnoli salvati sulle Tre Cime: conto da 10mila euro

Coppia in difficoltà respinge due volte l'offerta di aiuto da Pieve di Cadore. Alla fine si è resa necessaria una massiccia e costosa mobilitazione

I due alpinisti spagnoli bloccati sulle Tre Cime di Lavaredo (Soccorso Alpino / Ansa)

Auronzo (Belluno), 2 settembre 2019 - Sono stati recuperati dopo tre giorni trascorsi attaccati a una parete delle Tre Cime di Lavaredo e dopo che, per ben due volte, avevano rifiutato l'aiuto del Soccorso alpino. Protagonista di questa insolita vicenda sulle Dolomiti una coppia - 45 anni lui, 36 lei - di Barcellona, impegnata in una scalata da sabato scorso. 

Oggi grazie a un varco nella nebbia, l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano si è potuto avvicinare alla parete della Cima Ovest di Lavaredo, a 2.750 metri di quota. Sbarcato sulla cengia, il tecnico dell'elisoccorso ha raggiunto i due e li ha fatti spostare in un punto più agevole per l'imbarco sull'eliambulanza, avvenuto subito dopo. 

La situazione dei due alpinisti era monitorata da giorni, dopo che era scattato il primo allarme lanciato dalla madre dell'uomo che li aspettava al Rifugio Auronzo. Dopo aver passato una notte all'addiaccio a metà della Via Cassin, i due hanno rifiutato un primo recupero con l'elicottero, giunto sul posto, convinti di poter proseguire autonomamente la scalata. Qualcosa però non deve essere andato per il verso giusto, nonostante i soccorritori avessero fornito loro le informazioni sul rientro (i rocciatori si trovavano dalla parte opposta rispetto alla normale via di arrampicata). 

Questa mattina i soccorritori hanno mandato un messaggio all'alpinista per sapere come stessero. Non ricevendo risposte, la madre dell'uomo ha chiesto un secondo intervento del Soccorso alpino. E nuovamente, nonostante le cattive condizioni meteo, i due spagnoli hanno rifiutato di essere imbarcati sull'elicottero, limitandosi a chiedere altre informazioni. Dopo le ulteriori sollecitazioni a farsi aiutare per il rientro, il rocciatore non ha più risposto. Da qui il successivo intervento.

All'origine dei rifiuti, a quanto hanno riferito ai soccorritori, la convinzione della coppia di essere ormai arrivata in vetta, mentre in realtà mancavano ancora un'ottantina di metri in tutto, peraltro abbastanza impegnativi. Sembra che i due si fossero trovati in difficoltà anche la settimana scorsa sulla via normale della Cima Grande mentre si trovavano assieme ad altri due alpinisti. In quell'occasione erano stati soccorsi e recuperati con le corde incastrate e sprovvisti di torce.

ARRIVA IL CONTO - I due alpinisti spagnoli pagheranno un maxi-conto per le spese del soccorso, da 8mila a 10mila euro, interamente a carico loro. Infatti le norme regionali prevedono che i costi dell'intervento in montagna, per chi è rimasto illeso, e ancor più per chi si è messo volontariamente in una situazione a rischio, siano a carico dell'utente. I costi li ha fissati la delibera regionale del settembre 2011. Discorso diverso se la persona soccorsa è affetta da patologie, o resta ferita per cause di forza maggiore e viene portata in ospedale, in questo caso l'intervento è a carico del servizio sanitario. Ma se nei guai ci è finito volontariamente, e non ha riportato ferite, si pagano i 200 euro del diritto di chiamata della squadra di soccorritori, e altri 50 euro per ogni ora aggiuntiva, fino ai 120 euro per ogni minuto di elicottero. A decidere la fattura, una volta analizzate le relazioni sanitarie e quelle del Soccorso alpino, sarà il medico dell'unità sanitaria di riferimento per il 118 di quel territorio. 

"Un caso del genere? Non mi era mai capitato", ha dichiarato Giovanni Cipolotti, primario del Suem 118 (elisoccorso) riferendosi al fatto che la coppia bloccata in parete aveva rifiutato per due volte un aiuto da parte delle squadre di volontari. "Credo si possa parlare solo di stupidità e incoscienza", aggiunge il direttore sanitario. Spetterà all'Usl di Pieve di Cadore quantificare la somma delle spese,che verrà passata poi alla direzione amministrativa dell'Usl di Belluno. Due conti, però, si possono già fare: il volo di un  elicottero di emergenza, nel caso di cittadini stranieri, costa 120 euro al minuto. L'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano (sarà la Provincia autonoma a presentare ai due alpinisti la parcella) è rimasto in volo nei vari tentativi di recupero, circa due ore. Poi ricorda il medico, c'è stato l'intervento di un secondo elicottero, del Suem di Treviso. "La cifra esatta non l'abbiamo ancora quantificata - conclude Cipolotti - però saremo ad almeno 8-10mila euro".