A guardare bene le regole che valgono per tutti sono meno rigide di quanto i toni del premier in Parlamento facessero pensare. Qualcosa cambia, ma non moltissimo nelle misure che entreranno in vigore domani e varranno fino al 3 dicembre.
Il nuovo Dpcm prevede il coprifuoco dalle 22 fino alle 5 (possibili solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o di salute) e comunque e resta fortemente consigliato agli italiani, per l’intero arco della giornata, di cercare di non muoversi né con mezzi pubblici né con privati. Ragion per cui viene fortemente "raccomandato" l’uso dello smart working ai massimi livelli sia per il settore pubblico che per quello privato.
Prevista la didattica a distanza al 100 per cento per le scuole superiori, fatta salva l’attività in presenza nei laboratori, mentre gli alunni delle elementari e medie inferiori continuano le lezioni in aula, ma con uso obbligatorio della mascherina anche quando sono seduti ai banchi. Vengono sospesi i concorsi, a eccezione di quelli sanitari, le mostre e i servizi museali. Ed è confermato lo stop per cinema, teatri, palestre, piscine e impianti sciistici; viene prevista la possibilità di bloccare la movida in qualsiasi fascia oraria, non solo dalle 21.
Nei giorni festivi e prefestivi sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita: restano comunque aperte farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai situati in questi centri commerciali. Consentite dalle 5 alle 18 le attività dei servizi di ristorazione – come già precedentemente stabilito – mentre viene fissato il coefficiente di riempimento massimo del 50% sui mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale, esclusi gli scuolabus.
Tenendo conto che l’unica differenza con la seconda fascia è la serrata di bar e ristoranti, il salto con le zone rosse – dove le misure sembrano quasi identiche al lockdown totale – è clamoroso.