Venerdì 21 Febbraio 2025
ANTONIO TROISE
Cronaca

"Trasporti colabrodo, 100 miliardi buttati"

L’allarme del professor Cascetta per la mancata pianificazione delle infrastrutture. "Dove arriva la Tav il Il Pil è cresciuto del 3,5%". .

di Antonio Troise

Una cattedra all’Università di Napoli e un’altra Mit di Boston di Pianificazione dei trasporti. Ennio Cascetta, insomma, è uno dei massimi esperti di tutto quello che serve ad un Paese per muoversi. Per essere connessi. E, nell’intervista, ricorda quello che dice Parag Khanna sulle connessioni: "Sono i giacimenti

petroliferi del ventunesimo secolo".

Quanto ci costa ogni anno la congestione delle nostre infrastrutture?

"Moltissimo. Secondo alcune stime stiamo parlando di 100 miliardi all’anno. In pratica, in due anni, bruciamo tutta la dote del recovery fund. La verità è che pochi si rendono del valore del trasporto. Un settore che viene trascurato dalla politica".

In effetti, si parla di strade e ferrovie solo quando ci sono decine di chilometri di coda o i treni non partono.

"Eppure l’Italia sarebbe a 5 giorni dalla fame se si fermasse la logistica del Paese. In brevissimo tempo mancherebbe tutto, dal cibo al carburante".

Ma quanto può incidere una rete efficiente di trasporti sulla ricchezza del Paese?

"Mi viene in mente uno studio fatto dall’Università di Napoli sull’alta velocità. Nelle aree del Paese che sono state raggiunte dalla rete Tav il Pil è cresciuto di 3,5 punti in più. Il gap nel Paese si è ampliato, e non solo quello classico fra Nord e Sud. Ci sono regioni come la Liguria, l’Umbria o le Marche che sono ancora tagliate fuori".

Lo stesso si può dire anche per la rete autostradale?

"Al Nord la rete è più fitta e densa. Ma ci sono strozzature importanti in alcuni tratti e mancano segmenti urbani essenziali per decongestionare la rete. Penso alla Gronda di Genova o al Passante di Bologna. E poi c’è tutto il versante adriatico".

Ma se i trasporti sono così importanti, perché sono puntualmente dimenticati?

"Le ragioni sono molte. La prima è la cronica incapacità a spendere dello Stato. Basta dare un’occhiata all’allegato infrastrutture che accompagna il Def. C’è l’elenco di tutte le opere strategiche che servirebbe al

Paese. Ma sono realizzate con il contagocce".

Colpa della burocrazia?

"In parte sì. Ci sono stazioni appaltanti come l’Anas molto lente. Con il decreto semplificazioni si è cercato di correre ai ripari, riducendo i tempi delle conferenze di servizio e nominando commissari. Ma non c’è solo quello. Vuole un esempio?".

Avanti…

"Per completare la dorsale ferroviaria adriatica che velocizzerebbe fortemente i trasporti mancano una ventina di chilometri di binari. Sa perché non si costruiscono? Perché secondo gli ambientalisti la loro costruzione metterebbero a rischio i nidi dei ‘fratini’, un uccello che vive da quelle parti. E’ da vent’anni che va avanti questa storia e nessuno riesce a trovare una soluzione. Anzi, la soluzione ci sarebbe ma la variante costa centinaia di milioni".

Che cosa suggerisce?

"Si potrebbe pensare, ad esempio, ad una sorta di bonus investimenti che lo Stato potrebbe erogare nelle aree o nei settori per i sono previsti interventi infrastrutturali nei prossimi anni. Un modo per accelerare le opere e aumentare la competitività".