Operazione da primato "mondiale" nella Città del Santo. A un uomo di 65 anni è stato trapiantato per la prima volta in assoluto un cuore sempre battente, dall’espianto all’innesto. Una tecnica studiata dal professor Joseph Woo dell’Università di Stanford, in California, e ora messa in pratica dall’equipe della cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera patavina guidata dal professor Gino Gerosa. L’uomo è stato operato due settimane fa e tornerà a casa – dicono i medici - prima di Natale. Le sue condizioni post-operatorie sono infatti buone: oltre ad avere risolto la malattia – una cardiopatia post-ischemica per la quale la prognosi era nefasta - potrà dunque fregiarsi di un titolo mondiale.
Ma di che cosa si è trattato? "Abbiamo prelevato da un donatore, a cuore fermo, l’organo, che è stato fatto ripartire e non è più stato fermato – spiega nei dettagli il professor Gerosa –. Dal prelievo al trasporto fino all’impianto tutto è stato fatto senza che mai il cuore smettesse di battere. Il cuore battente del donatore ha poi sostituito quello pulsante del ricevente. Fino a oggi l’organo da innestare veniva fermato per il prelievo e nuovamente per il trapianto, nel caso si fosse utilizzata anche la macchina per la perfusione ex vivo per il trasporto. Il cuore veniva quindi fermato, inserito all’interno della macchina dove ripartiva e tornava a essere battente. Poi, prima del trapianto, veniva nuovamente fermato e fatto ripartire a trapianto ultimato. Ma ogni volta che il cuore si ferma c’è un danno dell’organo: quello che abbiamo fatto noi dà maggiore sicurezza per la riuscita dell’operazione".
La soddisfazione dell’equipe cardiochirurgica è grande, anche perché il reparto in questo campo è all’avanguardia: qui, infatti, il 14 novembre 1985 il professor Vincenzo Gallucci eseguì il primo trapianto di cuore in Italia riuscendo finalmente a seguire la lezione del chirurgo sudafricano Christiaan Barnard che il 3 dicembre 1967 effettuò il primo intervento del genere al mondo salvando lo sportivo lituano cinquantaquattrenne Louis Washkansky. Da allora i progressi sono stati molti e ora si iscrive nel Guinness mondiale Padova, dove già nel maggio 2023 venne effettuato, primo in Italia, un trapianto da donatore a cuore fermo. "Quello di due settimane fa è un grande gesto tecnico – esulta il direttore dell’Azienda ospedaliera, Giuseppe Del Ben –. Siamo orgogliosi di ospitare un’eccellenza mondiale".
La soddisfazione del professor Gerosa è rivolta "per prima cosa al paziente perché questo risultato apre la porta a molti altri malati. Il cuore è più protetto e l’aspettativa di vita del trapiantato si allunga. È una rivoluzione che migliorerà i risultati del trapianto cardiaco da donatore a cuore fermo evitando l’arresto controllato del cuore, annullando il danno da ischemia e riperfusione sia al prelievo sia al trapianto, assicurando una più rapida ripresa della funzione cardiaca, migliorando la performance cardiaca post operatoria".