Venerdì 27 Dicembre 2024
CHIARA DI CLEMENTE
Cronaca

La traccia B su Oriana Fallaci alla maturità 2023 svolta dalla giornalista Chiara di Clemente

Il tema sulla prima prova della maturità 2023, tipologia “B”

Roma, 21 giugno 2023  – Ecco la traccia della prima prova della maturità 2023 su Oriana Fallaci con lo svolgimento della giornalista di Qn Chiara Di Clemente.

Oriana Fallaci in una foto d'archivio (Ansa)
Oriana Fallaci in una foto d'archivio (Ansa)

Chi è che fa la storia, si chiede Oriana Fallaci in una riflessione del 1977, suggerendo che occorre scegliere una sola risposta tra "tutti o pochi", " leggi universali o alcuni individui", e che quella risposta è "pochi", "alcuni individui", e se si cerca un'altra via, una terza ipotesi, è un'ipotesi di compromesso, un'ipotesi di comodo che non affronta la realtà _ ingiusta _ delle cose. Lo scrive anche lei, l'interrogativo è vecchio, nessuno lo risolverà mai: ha attraversato i secoli, e non a caso la stessa Fallaci per trovare la risposta che ella stessa ha in mente, viaggia nel tempo, a ritroso fino a Pascal, con la famosa frase tanto brillante quanto ai confini del paradosso sul naso di Cleopatra ovvero con la considerazione che se la regina egiziana fosse stata meno affascinante –  è così: nel '600 non ci si preoccupava poi troppo del politically correct –  "l'intera faccia della terra sarebbe cambiata". L'altra voce che asseconda la risposta scelta dalla Fallaci - a fare la storia sono "i bei sogni o i capricci, l'iniziativa o l'arbitrio di pochi"  – è quella di Bertrand Russell, formulata dal filosofo inglese scomparso all'inizio degli anni '70 del Novecento in riferimento alla crisi sino-sovietica degli anni Sessanta, che vide contrapposti i due stati socialisti durante la Guerra Fredda: "Quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende da Krusciov, Mao Tse-Tung: se loro dicono morte, noi morremo". La Fallaci sposa in pieno le parole di Russell, arrivando alla conclusione disperante (all'"ipotesi atroce") che nulla valiamo, come popolo, democrazia o maggioranza dinnanzi dinnanzi alla potenza delle élite, e sta solo al caso che esse siano nobili o infami. Regge ancora, la tesi? Ovviamente sì: basta guardare non solo alle guerre che ancora tormentano la nostra umanità, ma pure al disastro climatico in corso, così difficile da contenere e combattere proprio perché legato agli interessi di gruppi di potere economici e finanziari che dettano le loro priorità alla politica, interessi di pochi che finiscono per averla vinta sul bene comune.

Di contro, sposare in pieno l'"ipotesi atroce" della Fallaci potrebbe equivalere a una resa, innanzi tutto ideologica, dinnanzi alla scelta - che occorre sempre contemplare – di lavorare, combattere, impegnarsi per cambiare, in meglio, la nostra società. E' una scelta che riguarda noi individui e noi comunità. E' la memoria, secondo il Premio Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux che con il libro ‘Gli anni’ la Storia l’ha trasformata in carne viva, ad appaiare i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginari, il sogno alla storia. E solo forti della memoria, e delle conquiste - non solo delle sconfitte – delle battaglie per la giustizia di chi ci ha preceduto e di chi ci sta accanto anche adesso, possiamo provare a costruire il futuro. Non come foglie trascinate dal vento ma come fili d'erba, uno accanto all'altro, ancorati alla terra, fragili sì ma anche, tutti insieme, vivi e persino capaci di essere immensi. Perché la storia, va da sè, la storia siamo noi.