Roma, 21 giugno 2023 – Ecco la traccia della prima prova della maturità 2023 su Oriana Fallaci con lo svolgimento della giornalista di Qn Chiara Di Clemente.
Chi è che fa la storia, si chiede Oriana Fallaci in una riflessione del 1977, suggerendo che occorre scegliere una sola risposta tra "tutti o pochi", " leggi universali o alcuni individui", e che quella risposta è "pochi", "alcuni individui", e se si cerca un'altra via, una terza ipotesi, è un'ipotesi di compromesso, un'ipotesi di comodo che non affronta la realtà _ ingiusta _ delle cose. Lo scrive anche lei, l'interrogativo è vecchio, nessuno lo risolverà mai: ha attraversato i secoli, e non a caso la stessa Fallaci per trovare la risposta che ella stessa ha in mente, viaggia nel tempo, a ritroso fino a Pascal, con la famosa frase tanto brillante quanto ai confini del paradosso sul naso di Cleopatra ovvero con la considerazione che se la regina egiziana fosse stata meno affascinante – è così: nel '600 non ci si preoccupava poi troppo del politically correct – "l'intera faccia della terra sarebbe cambiata". L'altra voce che asseconda la risposta scelta dalla Fallaci - a fare la storia sono "i bei sogni o i capricci, l'iniziativa o l'arbitrio di pochi" – è quella di Bertrand Russell, formulata dal filosofo inglese scomparso all'inizio degli anni '70 del Novecento in riferimento alla crisi sino-sovietica degli anni Sessanta, che vide contrapposti i due stati socialisti durante la Guerra Fredda: "Quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende da Krusciov, Mao Tse-Tung: se loro dicono morte, noi morremo". La Fallaci sposa in pieno le parole di Russell, arrivando alla conclusione disperante (all'"ipotesi atroce") che nulla valiamo, come popolo, democrazia o maggioranza dinnanzi dinnanzi alla potenza delle élite, e sta solo al caso che esse siano nobili o infami. Regge ancora, la tesi? Ovviamente sì: basta guardare non solo alle guerre che ancora tormentano la nostra umanità, ma pure al disastro climatico in corso, così difficile da contenere e combattere proprio perché legato agli interessi di gruppi di potere economici e finanziari che dettano le loro priorità alla politica, interessi di pochi che finiscono per averla vinta sul bene comune.
Di contro, sposare in pieno l'"ipotesi atroce" della Fallaci potrebbe equivalere a una resa, innanzi tutto ideologica, dinnanzi alla scelta - che occorre sempre contemplare – di lavorare, combattere, impegnarsi per cambiare, in meglio, la nostra società. E' una scelta che riguarda noi individui e noi comunità. E' la memoria, secondo il Premio Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux che con il libro ‘Gli anni’ la Storia l’ha trasformata in carne viva, ad appaiare i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginari, il sogno alla storia. E solo forti della memoria, e delle conquiste - non solo delle sconfitte – delle battaglie per la giustizia di chi ci ha preceduto e di chi ci sta accanto anche adesso, possiamo provare a costruire il futuro. Non come foglie trascinate dal vento ma come fili d'erba, uno accanto all'altro, ancorati alla terra, fragili sì ma anche, tutti insieme, vivi e persino capaci di essere immensi. Perché la storia, va da sè, la storia siamo noi.