
Danilo ed Elisa dopo l’operazione alle Molinette di Torino nel reparto di Nefrologia diretto dal dottor Luigi Biancone
Torino, 19 marzo 2025 – Ha corteggiato la morte da tossicodipendente, ha visto la droga portarsi via un figlio. Si è stancato e ha scelto la vita. "Dio mi ha fatto campare per dare il mio rene a qualcuno". Fuori dalla sala operatoria delle Molinette il 5 marzo c’era un uomo felice. Poco distante la sua compagna, uscita dal tormento della dialisi grazie al compagno. In sottofondo un coro: ma come, un drogato che dona un rene. Proprio così, da relitto a eroe, in una resurrezione partita da dentro con il via libera dei medici. Fuori dall’incubo e pronto per una strada nuova, anche il Cammino di Santiago che adesso potranno percorrere in due, un rene a testa.
Danilo ha 46 anni e si è rimesso in piedi dopo le ricadute e gli anni a San Patrignano. Elisa ha attraversato la via crucis della Granulomatosi di Wegernerm, una malattia renale che da quando era piccola la costringeva a stare attaccata a una macchina. Nel 2015 era stata la mamma a offrire un pezzo di sé, ma ormai l’organo aveva esaurito la sua funzione e il calvario era ricominciato. Si conoscono quando la ragazza ha poco più di trent’anni, una felicità breve e poi la sentenza: indispensabile un nuovo trapianto.
Il primo a offrirsi è lui e vengono avviate le procedure di accertamento nel reparto di Nefrologia diretto da Luigi Biancone. Si può fare, si fa. Cinque giorni dopo l’uomo è già a casa e la sua compagna esce dalla dialisi con una funzione renale ottima. Doppia vittoria del donatore, spiega il dottor Biancone: contro la malattia e per una nuova vita insieme. I professionisti concentrati su un intervento multidisciplinare riconoscono il lato romantico della storia. Gli innamorati scalpitano: "Abbiamo sempre tanti progetti, un sacco, di idee – dice la donna – ma nell’ultimo anno la mia dialisi ci ha limitati".
Racconta l’amore per la montagna, il mare, il trekking. Santiago è già in agenda: "Per adesso gli ultimi cento chilometri, che si fanno in una settimana". Con due reni in due, perché no. E poi il matrimonio: "Ci eravamo detti che ci saremmo sposati dopo il trapianto". Lui è andato alle Iene a raccontare l’avventura: "Con il mio passato non ho più nulla a che fare, da dodici anni non faccio uso di sostanze. Dirlo ha voluto essere un messaggio di speranza per tutti, anche per chi è ancora dentro la tossicodipendenza". Molti dubbi sui social, ma la ragazza rasserena la platea: "Per fortuna non aveva danni a livello fisico e nemmeno malattie infettive. Prima del trapianto sono stati fatti esami per un anno e mezzo e il suo corpo e il rene che adesso è il mio sono completamente sani". Ha avuto paura, come no. "Ero preoccupata per lui, perché non è un intervento da poco".
Ora sono messi così: lei ha ancora i punti, lui la fascia. Deve passare un mese perché si rimettano del tutto. "Ma è bellissimo – dice – Prima andavamo in ospedale perché io stavo male, adesso per i controlli". Le scarpe sono pronte, la strada che li aspetta se la immaginano lunghissima.