Torino, 21 novembre 2023 - Tiziana Claudia Aranzulla, cardiologa delle donne al Mauriziano di Torino. C’è un legame tra violenza psicologica e cuore malato?
“Assolutamente sì, è un legame molto più presente rispetto a quel che si pensi. Anche perché non sempre noi donne siamo consapevoli delle scelte che facciamo nel privato. E qualche volta la nostra iper efficienza ci porta ad accogliere al nostro fianco uomini che non hanno le caratteristiche di sensibilità che noi vorremmo. Penso a quelli che accompagnano le donne alla visita ma non sono minimamente interessati al responso”.
Quanto conta la relazione malata in una patologia cardiologica?
“Da punto di vista scientifico sono fioriti tanti studi che correlano la depressione al rischio cardiovascolare”.
Quindi i passaggi sono: amore malato, depressione e problemi cardiaci?
"L’amore malato intanto sabota l’autostima. E questo è uno dei meccanismi alla base della depressione. Che, è scientificamente dimostrato, porta a sviluppare problemi cardiaci”.
Non c’è così tanta consapevolezza di questo meccanismo.
"Assolutamente vero”.
La cura da dove comincia?
"Non è mai solo una pasticca. E proprio pochi giorni fa ha visitato una donna che seguo da un anno e mezzo, arrivava da una situazione lavorativa e familiare disastrosa e aveva sviluppato una cardiopatia. Il contributo maggiore, più dei farmaci, è che ha saputo riprendere in mano le redini della sua vita”.
Come trova le parole per dirlo alla paziente? Come spiega che la guarigione passa anche dalla vita privata?
"Non mi è difficile, davvero. Il difficile non è trovare le parole, perché tante volte le pazienti lo sanno. La parte più impegnativa è saper ascoltare le persone”.
Qual è l’età più a rischio per le malattie cardiovascolari nelle donne?
"Il problema riguarda un po’ tutte le età, anche le più giovani. La qualità della vita oggi è sicuramente più complicata”.
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