Napoli, 23 gennaio 2021 - Aperto un fascicolo per omicidio sulla morte di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli che il 13 settembre 2016, dopo la diffusione online di video privati, si sarebbe tolta la vita. Un "atto dovuto per la Procura di Napoli Nord ", contro ignoti per ora, dopo i nuovi elementi probatori depositati negli ultimi mesi dallo staff difensivo che assiste la madre di Tiziana, Teresa Giglio, e formato dagli esperti informatici dell'Emme Team, la società che insieme con l'avvocato Salvatore Pettirossi, sta facendo indagini sulla morte della donna: solo pochi giorni fa la difesa ha trovato il Dna di due uomini sulla pashmina della vittima.
L'ultima novità, emersa dalle indagini del team investigativo, riguarda l'iPhone di Tiziana: dopo il sequestro è stato acceso, sbloccato e utilizzato per oltre un'ora: secondo una prima ricostruzione dei fatti, la donna si era tolta la vita impiccandosi con un foulard dopo la diffusione sul web di alcuni suoi video hot diventati virali. Ma secondo i consulenti del team statunitense, "gli investigatori riferirono di non essere riusciti ad accedere al suo cellulare a causa del codice pin".
Quindi, ipotizzano i tecnici informatici, qualcuno riuscì a entrare in quel cellulare trovato a poca distanza dal corpo esanime della 31enne, e, la cosa più grave l'utilizzo del telefono per navigare sul web "è avvenuto mentre il telefono era sotto sequestro". Inoltre il pool di esperti ha scoperto che anche tre giorni dopo la morte di Tiziana c'è stato un altro accesso al cellulare, che per il perito nominato dalla Procura era ancora bloccato.
Inoltre i tabulati telefonici hanno mostrato che il cellulare in uso all'ex fidanzato di Tiziana era acceso e funzionante a pochi metri dall'abitazione vittima, mentre gli stessi carabinieri erano ancora sul posto. L'insieme di queste informazioni, depositate alla Procura di Napoli Nord, hanno dato il via anche a un fascicolo per frode processuale in relazione alla cancellazione di tutti i dati contenuti nell'iPhone e nell'iPad di Tiziana quando erano sotto custodia.
Lo stesso team dell'importante studio legale di Chicago voluto dalla coraggiosa mamma di Tiziana, che non si è mai rassegnata a considerare chiuso il caso come suicidio, e il suo avvocato Pettirossi avevano chiesto e ottenuto il dissequestro della pashmina trovata al collo della ragazza nella tavernetta della casa materna a Mugnano. Dall'esame sono emerse due diverse tracce di Dna maschile. Prova che ha pesato nella riapertura del fascicolo, stavolta con l'accusa di omicidio.