Giovedì 24 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Inchiesta Tirrenia, “biglietti gratis a magistrati, forze dell’ordine e funzionari”: 40 indagati per corruzione

Sequestrati tre traghetti della Compagnia per un valore di 64,3 milioni. La Procura: prosegue il regolare servizio. Secondo gli inquirenti impiegate anche navi prive dei requisiti previsti

Traghetto Tirrenia (immagini di repertorio)

Traghetto Tirrenia (immagini di repertorio)

Roma, 14 aprile 2025 – Quaranta indagati tra cui magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine e funzionari di varie prefetture, e tre traghetti sequestrati per un valore di 64,3 milioni di euro. E’ bufera sulla Tirrenia. La Compagnia italiana di navigazione è al centro di un nuovo filone dell'inchiesta della procura di Genova, che ipotizza il reato di corruzione: i funzionari avrebbero viaggiato a bordo delle navi della compagnia gratis con carte "gold” fornite dalla società. Nell'altro filone, quello che riguarda l'indagine sulle frodi in pubbliche forniture e che ha portato al sequestro di 64 milioni di euro alla compagnia, inizieranno mercoledì i primi interrogatori davanti al gip delle 13 persone coinvolte. Il pubblico ministero Walter Cotugno ha chiesto gli arresti domiciliari per due e 11 interdittive. Il sequestro preventivo è stato effettuato oggi da parte del Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di finanza di Genova come confisca per l'equivalente di 64,3 milioni. Il sequestro, precisa il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, non impedisce il regolare servizio delle navi che, nel frattempo, hanno ripristinato le condizioni di regolarità per la navigazione. Il reato ipotizzato riguarda il contratto tra la Cin e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la linea Genova-Porto Torres, stipulato per garantire la continuità territoriale, a fronte del quale la società di navigazione percepisce risorse pubbliche.

Secondo gli inquirenti, la compagnia di navigazione, nell'esecuzione del contratto, ha impiegato alcune navi della propria flotta prive dei requisiti previsti dalla normativa internazionale in materia ambientale. In particolare, viene ritenuto che alcuni componenti dei motori principali e dei diesel generatori di corrente siano stati manomessi, alterati o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, pertanto, non conformi alla normativa.

Secondo quanto emerso dalle indagini, la presunta frode sarebbe stata occultata con attestazioni false riportate sui registri o attraverso la contraffazione delle impronte di un'autenticazione pubblica e avrebbe consentito alla compagnia di mantenere attive le certificazioni previste dalla normativa, evitando il fermo della navigazione. Gli accertamenti sono stati effettuati soprattutto a bordo di alcune motonavi della flotta della compagnia, durante i quali sono state accertate varie irregolarità e ipotesi di falso e contraffazione, che hanno determinato anche la mancata osservanza di specifiche clausole previste nel contratto col ministero.