
Due immagini di Davide/Alexandra Garufi (da TikTok)
Sesto San Giovanni (Milano), 24 Marzo 2025 - La Procura di Monza indaga per omessa custodia per la pistola con cui si è ucciso mercoledì Davide Garufi, 21 anni, il tiktoker di Sesto San Giovanni che aveva raccontato online il suo percorso alla scoperta della sua identità di genere. L'arma appartiene al padre della vittima, guardia giurata per un istituto di vigilanza privata, che sembra fosse solito lasciarla in uno zainetto nell'abitazione al ritorno dal lavoro.
La magistratura monzese, coordinata dal procuratore Claudio Gittardi, ha poi aperto un fascicolo penale per istigazione al suicidio come atto dovuto per sottoporre il giovane all'autopsia, che sarà utile a chiarire se il giovane avesse assunto indebitamente farmaci, come secondo gli inquirenti aveva già fatto una volta in passato.
Al vaglio il pc e il telefonino della vittima per vagliare eventuali implicazioni di terze persone, anche se al momento non sarebbe emerso ancora alcun dato rilevante, dopo gli insulti apparsi sul profilo social di Garufi.
Il giovane, dal 2020, ha pubblicato contenuti ironici e poi ha raccontato una parte molto personale della sua vita, ovvero prima la sua nuova identità transgender con il nome di Alexandra (ma nessuna procedura di transizione risulta avviata ai familiari), poi quella nuovamente di Davide, non binario.
Sarebbe stato a partire da questo momento che sotto i suoi post sono comparsi commenti spesso con insulti, ora al vaglio degli inquirenti, qualcuno apparso anche dopo la conferma della notizia del suo suicidio. Dalle testimonianze della famiglia, a cui il giovane avrebbe confidato la sua omosessualità, e degli amici, è emerso il profilo di un ragazzo fragile anche a causa di trascorsi lutti e presunte incomprensioni nella cerchia delle persone intorno a lui.