Martedì 12 Novembre 2024

Berlusconi, c’è un altro testamento. Cosa rivendica Marco Di Nunzio: maxi lascito

Depositato a Napoli un documento non olografo con firma attribuita al Cav. All’imprenditore torinese andrebbero 26 milioni, le ville ai Caraibi e le barche dell’ex premier, oltre al 2% di Fininvest

Silvio Berlusconi con la compagna Marta Fascina, che ha ereditato 100 milioni

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Napoli, 9 ottobre 2023 – La notizia era filtrata dopo la morte di Berlusconi, un’indiscrezione mai smentita: oltre ai 5 figli, alla compagna Marta Fascina, al fratello Paolo e a Marcello Dell’Utri, ci sarebbe un altro erede del Cav: Marco Di Nunzio. Prima dell’apertura delle carte a Milano, si vociferava di un testamento in favore dell’imprenditore torinese, firmato dall’ex premier in Colombia. Ebbene quel testamento è stato effettivamente depositato da un notaio di Napoli, lo scorso 3 ottobre.  

Lo comunica l’avvocato Erich Grimaldi del foro di Napoli, in qualità di “legale e di procuratore generale del legatario torinese in Colombia”, Marco Di Nunzio. Il documento che non è olografo ma sarebbe firmato da Silvio Berlusconi, dispone "il 2% delle azioni Fininvest, 26 milioni di euro, il 100% delle azioni delle società proprietarie delle ville ad Antigua nelle Antille” in favore dell’assistito, spiega Grimaldi. Nonché “la nave Principessa Vai Vai Bandiera Monaco Yacht e tutte le imbarcazioni, navi e natanti”. 

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Chi è Marco Di Nunzio

Ma chi è Marco Di Nunzio? Imprenditore del settore navale, 55 anni, è noto per essersi candidato sindaco a Sestriere nel 2010, militando per la Fiamma Tricolore. Un anno dopo ci provò anche a Torino, con la lista ‘Bunga Bunga’, che però non venne ammessa alle elezioni. Un nuovo tentativo in politica risale al 2013, quando scese in campo per la carica di governatore della Lombardia. Con ‘Forza Juve- Movimento Bunga Bunga’ si presentò alle Comunali di Borgomasino, nel Torinese. Gli andò sempre male. Ha trovato invece il suo spazio in Colombia, dove Marco Di Nunzio è membro del Comites. I comites sono organismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai connazionali residenti all'estero in ciascuna circoscrizione consolare dove risiedono almeno tremila italiani.

La diffida ai figli del Cav

L’avvocato di Di Nunzio precisa di aver "provveduto, dopo la pubblicazione, come da norma di legge, a formalizzare una diffida, concernente detti legati, alle residenze anagrafiche di ciascuno dei cinque figli della famiglia del Cavaliere, chiedendo l'immediata immissione nel possesso dei beni”.

Il testamento, stipulato il 21 settembre del 2021, sarebbe stato vidimato dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano ed è quindi “valido a tutti gli effetti – spiega ancora l'avvocato –. Dovrà essere ufficialmente considerato e inserito obbligatoriamente nella pratica successoria di Silvio Berlusconi”. 

Cosa sappiamo finora sul testamento 

Il testamento che finora conoscevamo, quello aperto lo scorso luglio (3 fogli olografi) dal notaio Roveda alla presenza della famiglia Berlusconi, prevede la suddivisione dei beni del defunto tra i 5 figli (i maggiori Marina e Pier Silvio ottengono la parte più consistente) con donazioni a Marta Fascina (100 milioni), Paolo Berlusconi (100 milioni) e Marcello Dell’Utri (30 milioni). Donazioni che i figli del Cav hanno accettato di detrarre dalla loro fetta di torta, “in totale armonia in memoria di nostro padre”.

Erano a conoscenza di Di Nunzio e di queste nuove carte? I legati testamentari depositati a Napoli “saranno, di certo, sottoposti al vaglio della famiglia del Cavaliere, del notaio Roveda e dello stesso Comitato direttivo della società Fininvest”, precisa l’avvocato Grimaldi. E’ possibile che i figli del Cav abbiano qualcosa da ridire.