Mercoledì 16 Ottobre 2024

Medicina, via il test ma il numero chiuso resta. Come funzionerà l’accesso

Ok in Commissione al disegno di legge. Il ministro Bernini: “Cambiano i criteri di selezione”. Il primo semestre farà da filtro con una graduatoria nazionale: chi non sarà ammesso al secondo avrà comunque crediti riconosciuti per altri percorsi di studio. L’Ordine è contrario

Roma, 16 ottobre 2024 – Addio al test di ingresso per entrare a Medicina. La settima Commissione del Senato ha approvato il disegno di legge delega che rivede l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Veterinaria. Legge che affida al governo il compito di riorganizzare il sistema delle professioni medico-sanitarie "in un'ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per il Sistema Sanitario Nazionale” e di favorire una “selezione più equa”. 

TEST MEDICINA 2024
Test di medicina 2024 al Lingotto, Torino (Ansa)

Cosa prevede la riforma

Sarà il governo a decidere i dettagli della riforma (in caso di approvazione definitiva della legge delega) ma l’impalcatura c’è. Nessun test di ingresso: al primo anno di corso saranno ammessi tutti quelli che faranno domanda. Ma il primo semestre funzionerà da “filtro” con esami caratterizzanti. La selezione è dunque spostata di 6 mesi e sarà fatta in base ai crediti acquisiti nel frattempo e a una graduatoria nazionale. Comunque vada, il primo semestre non sarà una perdita di tempo per gli studenti, assicura il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Nella prima metà dell’anno gli iscritti disporranno di una “formazione mirata” e in caso di mancata ammissione al secondo semestre avranno accumulato “crediti riconosciuti per percorsi formativi alternativi”. In questo modo “non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un'offerta formativa d'eccellenza”. 

La riforma include poi “iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l'ingresso nei corsi di laurea”.

Bernini: “Passo storico”

Per il ministro si tratta di un “passo storico per garantire a tutti i ragazzi l'opportunità di diventare professionisti in ambito medico”. Servono 30mila professionisti in più nei prossimi sette anni. Per raggiungere l’obiettivo “abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione”. 

"Un'altra promessa mantenuta per i nostri ragazzi – esulta il vicepremier Matteo Salvini sui social – Basta con i test di ingresso a medicina, con la casualità, con le crocette, con la sorte con la fortuna dall'anno prossimo basta test". 

L’Ordine dei medici: “Il governo si fermi”

La riforma non piace però alla categoria.  "Al Governo chiediamo di riflettere ancora un momento – dice Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) – . E' una scelta che non risolve i problemi, ma può complicarli e peggiorare il futuro dei giovani che scelgono di indossare il camice bianco”.

Anelli ricorda all'Adnkronos Salute che lo stesso governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, coordinatore delle Regioni, di centrodestra, "ha espresso i suoi dubbi sull'abolizione del numero chiuso", evidenziando come con questo provvedimento "si rischia di fare danni", riducendo la qualità della formazione e favorendo il calo delle iscrizioni alle lauree infermieristiche di cui il sistema sanitario nazionale ha particolarmente bisogno. “Dal 2027 –  continua il presidente Fnomceo –  finisce la gobba pensionistica, quindi avremo un aumento del numero dei laureati maggiore di quelli che vanno in pensione. Fino ad arrivare, nel 2030, a un'inversione del rapporto con un numero di medici disoccupati elevato e dovremo cercare il modo per occuparli”.