Martedì 30 Luglio 2024
RAFFAELE
Cronaca

Terzo polo addio. Il grande centro è azzurro

La svolta di Renzi verso il Pd spinge Italia Viva verso Forza Italia, con Tajani che punta a attrarre i delusi del centrismo renziano per creare una grande forza popolare.

Terzo polo addio. Il grande centro è azzurro

La svolta di Renzi verso il Pd spinge Italia Viva verso Forza Italia, con Tajani che punta a attrarre i delusi del centrismo renziano per creare una grande forza popolare.

Marmo

La svolta di Matteo Renzi verso il Pd e la sinistra, consacrata dall’ormai celebre immagine dell’abbraccio con Elly Schlein nella partita del cuore dell’Aquila, ha finito per mandare in fibrillazione quel che restava di Italia Viva. E questo il leader del partito dell’ex Terzo polo può averlo anche messo nel conto, tanto più che è nella sua natura di tattico "scartare" e sorprendere alleati e avversari.

Quello che, però, non deve avere calcolato è lo smottamento verso Forza Italia che l’operazione sta provocando. Più o meno sottotraccia, più o meno apertamente, sono molti gli esponenti di Iv che, soprattutto nei territori, cominciano a guardare con favore al partito azzurro. E Antonio Tajani, da leader politico avveduto, non sembra avere nessuna intenzione di lasciarsi scappare l’occasione di fare proselitismo tra i centristi della formazione renziana. Non a caso, nell’intervista pubblicata ieri dal nostro giornale, avvisa sornione: "C’è grande movimento. Siamo pronti a accogliere non coloro che cercano poltrone ma tutti coloro che vogliono partecipare alla costruzione di una grande forza del popolarismo europeo per arrivare al 20 per cento alle prossime elezioni politiche". Se non è questo un appello ai delusi del centrismo renziano, ma anche del Terzo polo nel suo complesso, che altro è?

Può anche essere che a Renzi interessi poco, nel momento in cui decide di reinstallarsi nel centrosinistra, portarsi dietro tutte le sue truppe e che, semmai, punti, più che altro, all’antico motto "meno siamo, meglio stiamo". Ma di sicuro siamo di fronte all’ennesimo fenomeno di eterogenesi dei fini in politica: con il corollario che a beneficiare della sua mossa, almeno per ora, non è tanto né lui direttamente né la leader del Nazareno, ma rischia di essere colui che lo stesso ex numero uno del Pd considerava non in grado di gestire l’eredita politica di Silvio Berlusconi. E che, invece, si sta rivelando capace di tenere in piedi e far crescere proprio il partito del Cavaliere.