ROMA
Terza dose, solo se serve: la decisione in autunno. "Al momento – osserva l’Ema, l’agenzia europea del farmaco – è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perché non ci sono ancora dati sufficienti dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dei sieri. L’Ema esaminerà rapidamente questi dati non appena saranno disponibili". "In questo momento – concorda Gianni Rezza, direttore generale prevenzione del ministero della Salute – non c’è nessuna certezza né a favore né contro la terza dose di vaccino anti-Covid, però probabilmente ci sono alcuni strati di popolazione che andranno rivaccinati entro l’anno. Va valutata la rivaccinazione, probabilmente per le persone più fragili, che sono a maggior rischio di conseguenze gravi". La stessa posizione era stata espressa nei giorni scorsi dal direttore dell’Iss Silvio Brusaferro.
La commissione di farmacovigilamza dell’Ema ieri ha intanto annunciato di essere giunta alla conclusione che casi di vertigine e acufene (ronzio dell’orecchio ndr) sono legati al vaccino anticovid di Johnson & Johnson e ha raccomandato di aggiornare le informazioni sul bugiardino di quel vaccino per includere la trombocitopenia immunitaria (condizione nella quale il sistema immunitario erroneamente attacca e distrugge le piastrine) come reazione avversa, riclassificandola da importante rischio potenziale a importante rischio identificato. Ma questo non cambia la valutazione globale sul vaccino: l’Ema ritiene infatti che "il rapporto rischi-benefici del vaccino Johnson & Johnson resta invariato". Ema continua invece a negare la causalità con i disturbi mestruali, nonostante le molte segnalazioni ricevute.
L’andamento generale dell’epidemia è fotografato dai dati dell’ultimo monitoraggio settimanale della cabina di regia, che indicano una stabilizzazione dell’indice di trasmissibilità Rt il cui valore, rispetto all’1,57 della scorsa settimana, si ferma a 1,56, mentre l’incidenza continua a crescere, stavolta di 10 punti, passando da 58 casi ogni 100 mila abitanti a 68. I valori delle ospedalizzazioni segnano, sempre su base settimanale, un leggero aumento del tasso di occupazione nelle terapie intensive (al 3%) e nei reparti di area medica (al 4%). Ma ci sono campanelli d’allarme. In Sardegna il tasso di occupazione terapie intensive è salito ieri all’11% e quello in area medica è del 6%. In Sicilia invece è rispettivamente del 6% (intensive) e del 12% (area non critica). In questo contesto, tutte le Regioni sono perà classificate "a rischio moderato". "Fortunatamente – osserva Rezza – stiamo molto al di sotto della soglia critica per quanto riguarda i tassi d’occupazione di area medica e terapia intensiva, anche se in qualche regione abbiamo visto una tendenza a un certo aumento" Rezza è moderatamente ottimista. "Misure come il green pass – dice – possono in questo momento limitare, laddove ci sono spazi di aggregazione, le possibili conseguenze, e permettere a tutti, in fondo, di vivere l’estate in maniera quasi normale". "In Europa – ha evidenziato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – abbiamo una situazione che si sta lentamente scurendo nella mappa a colori che segnala le fasce di rischio Covid. La crescità c’è anche in Italia, seppure in misura minore. Guardando ai dati dell’ultima settimana vediamo che c’è una crescita in molte regioni, anche se è un po’ più limitata rispetto alle settimane precedenti. La fascia d’età 10-29 anni è quella dove ci sono più casi, ma anche in questo caso la crescita c’è ma è più contenuta".
Anche i dati quotidiani del bollettino ministeriale indicano una sostanziale stabilità: sono 6.599 i positivi nelle ultime 24 ore (in calo dai 7.230 del giorno prima) e sono 24 le vittime in un giorno (giovedì, 27). Il tasso di positività è del 2,7%, in calo. Negli ospedali, invece, ci sono 277 ricoverati in intensiva, 9 in più, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 2.449 (+40). Prosegue senza sosta l’avanzata del la variante delta del virus. Secondo il sesto bollettino Iss, al 2 agosto la Delta ha raggiunto una diffusione dell’85,66%, confermandosi in crescita con nuovi casi in tutte le regioni e in tutte le fasce di età.
Alessandro Farruggia