Napoli, 26 aprile 2018 - Progettava un attentato il migrante del Gambia arrestato a Napoli nel corso di un'operazione antiterrorismo condotta da polizia e carabinieri. Le indagini che hanno portato al sospetto erano nate a seguito della sua richiesta di asilo politico, pratica per la concessione ancora in valutazione.
Il sospetto si chiama Alagie Touray, 21 anni, e avrebbe ammesso di aver ricevuto dall'Isis la richiesta di lanciarsi con un'auto sulla folla. Era sbarcato a Messina, proveniente dalla Libia, con altre centinaia di migranti del Gambia, il 22 marzo 2017. Da un anno risiedeva a Pozzuoli: era ospite di un centro di accoglienza per migranti grazie al foglio di soggiorno provvisorio che era in attesa di definizione dopo la richiesta di protezione internazionale.
L'uomo è stato fermato il 20 aprile scorso, e in sede di interrogatorio ha ammesso di aver prestato giuramento al califfo Al Baghdadi. Gli investigatori sono in posseso del video del giuramento che Touray aveva pubblicato su Telegram. E sempre tramite Telegram il 21enne avrebbe ricevuto la richiesta di lanciarsi sulla folla a bordo di un'auto. Touray è stato fermato all'uscita della moschea di Licola, in provincia di Napoli. Agli inquirenti il migrante però ha detto che non era sua intenzione dar corso alla richiesta di compiere un attentato.
La formula di giuramento recitata nel video era la seguente: "Giuro di prestare fedeltà al Califfo dei musulmani Abu Bakr Al Quaraishi Al Baghdadi, nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2 e Allah è testimone di quello che dico". Il filmato è stato girato con un cellulare il 10 aprile scorso all'interno della sala mensa della struttura alberghiera in località Licola, che è adibita a centro di accoglienza, ed è stato inviato attraverso un canale Telegram a utenti che non sono ancora identificati fra il 12 e il 13 aprile. Sempre Touray, in alcune chat di Telegram, ha chiesto a diversi interlocutori di "pregare per lui" perché era "in missione".
GABRIELLI: SISTEMA SICUREZZA HA FUNZIONATO - "Non amplifichiamo, non facciamo ipotesi che non hanno corrispondenza con la realtà. Sottoliniamo che il sistema sicurezza in Italia ha funzionato". Il capo della polizia, Franco Gabrielli, dà una dimensione al rischio corso: "Non è stato sventato nessun attentato a Napoli o da altre parti, ma è stato individuato un soggetto che ha fatto giuramento di fedeltà a Daesh. Vuol dire avere preventivamente individuato un soggetto che aveva dato questa disponibilità a preparare un attentato". Però Gabrielli non sottovaluta: "Non siamo davanti a una cosa insignificante. Normalmente il giuramento di fedeltà è un atto prodromico alla commissione di delitti. E' la prima volta che il giuramento avviene prima di un attentato".
Certo "non emerge il luogo dove ci doveva essere l'attentato" e non "c'era una data già fissata", ma il rischio era reale. E si complimenta con gli investigatori che hanno seguito il caso: "La puntualità dell'azione della Procura di Napoli, dell'Aise, con la collaborazione dell'autorità spagnola dimostra l'efficacia del modello delle strategie antiterrorismo, il sistema ha funzionato".
L'INTERROGATORIO DI TOURAY - Alagie Touray ha parlato spontaneamente agli inquirenti della richiesta di compiere un attentato lanciandosi con un'auto sulla folla. Infatti al momento del fermo, nessun elemento faceva pensare che Touray fosse coinvolto in un progetto del genere. Il sospetto era finito sotto osservazione a causa del suo giuramento di fedeltà al califfo Al Baghdadi e di altri elementi che indicavano una sua radicalizzazione.
Ma messo alle strette durante l'interrogatorio, le spiegazioni di Touray sono diventate contraddittorie e confuse: prima ha sostenuto di aver girato "per gioco" il video del giuramento. Poi ha svelato spontaneamente della richiesta di compiere un attentato lanciandosi sulla folla con un'auto. Sarebbe stato un connazionale, attraverso Telegram, a fargli la richiesta. Gli sarebbero stati offerti anche dei soldi in cambio dell'attentato, ma che lui non aveva mai avuto intenzione di attuarlo.