Fiastra (Macerata), 16 settembre 2017 - "Alla mia età, dopo aver lavorato come una bestia, non mi aspettavo proprio di dover subire una cosa del genere". Giuseppa Fattori ha 95 anni, è nata a Fiastra, sulle montagne in provincia di Macerata, lì è sempre vissuta e lì vuole restare: per questo i suoi familiari, quando il terremoto ha distrutto la sua casa, ne hanno fatta fare un’altra in legno, sempre lì, per lei. Ma la burocrazia l’accusa ora di aver realizzato un abuso edilizio, e lunedì la casetta finirà sotto sequestro.
"Ma io da qui non me ne vado" annuncia lei, battagliera, e al suo fianco c’è già una mobilitazione di amici e conoscenti pronti ad appoggiarla, al grido di 'Salviamo Peppina'. Dopo la scossa del 26 ottobre, una delle figlie dell’anziana, Gabriella Turchetti, è andata a prenderla e l’ha portata a Castelfidardo, poi a Civitanova dall’altra figlia. Ma una volta che era sola in casa, la donna ha chiamato un parente e si è fatta riportare a Fiastra: pur di rimanere vicino alla sua casa, ha scelto di vivere nel container che avevano acquistato dopo il terremoto del 1997, senza acqua, luce, bagno.
Le figlie, rassegnate di fronte alla sua determinazione, le hanno adattato il container allacciandole i servizi. "Ma non si può immaginare quanto ho sofferto lì dentro, per due mesi, con il caldo – racconta Giuseppa –. Quando mi svegliavo la mattina, i panni si potevano strizzare per quanto erano intrisi di sudore. La salute ne ha risentito". A quel punto le figlie si sono date da fare per costruirle una casa di 70 metri quadri in legno, nel terreno edificabile lì di fianco alla casa familiare, sempre di loro proprietà. Hanno fatto la domanda in Comune, hanno commissionato una perizia geologica, chiesto i pareri all’ente Parco dei Sibillini sulle piante da tagliare e l’aspetto che doveva avere la casetta, hanno depositato il progetto al genio civile per la legge antisismica. E ad agosto, in tempi record, hanno finito i lavori. Mancava solo la concessione edilizia: il sindaco Claudio Castelletti ha emesso un’ordinanza per fermare il cantiere abusivo, ma ormai era tutto finito e l’anziana si è trasferita. Un controllo dei carabinieri forestali ha rilevato l’illecito, e così è partita la segnalazione alla procura di Macerata. Lunedì – salvo marce indietro – dovrebbe scattare il sequestro.
"Se aggiustassero la mia casa, io tornerei lì – ripete Giuseppa -. In quella casa con mio marito ho vissuto per 75 anni: sono entrata che non avevamo i piatti per tutti, e alla fine non sapevamo più dove metterli. Abbiamo lavorato sempre, anche la domenica, per far studiare le figlie fuori. Avevamo tutto, e ora alla mia età non ho più nulla, in questa casetta non ho le mie cose, non trovo più niente. Ma almeno sono qui. Mi sento morire se penso di dover andare via, e dove poi? Non c’è un altro posto per me. In questa casetta non sento più nemmeno le scosse, mi sento sicura. Io voglio morire qui". "Ci vorrebbe un intervento della Regione – spiega l’avvocato Bruno Pettinari – una sanatoria almeno per chi, come in questo caso, aveva le carte in regola per costruirsi la casetta, e semplicemente non ha aspettato i tempi lunghi della burocrazia".