Berlino, 31 ottobre 2016 - Altolà della Germania sulle spese per la ricostruzione post terremoto. Dopo le nuove scosse che hanno colpito il centro Italia il 30 ottobre, il governo tedesco afferma di essere vicino al nostro Paese, ma anche di essere contrario a una violazione delle regole Ue sul debito. La linea di Berlino è: siamo pronti ad aiutarvi, ma niente nuove spese. "A nome del Governo tedesco voglio dire al Governo italiano e al popolo italiano che quando e dove sia necessario la Germania sarà al suo fianco", ha affermato il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert. Solidarietà, a patto che i costi per gli aiuti per gli aiuti e la ricostruzione nelle aree coinvolte dalle nuove scosse non portino l'Italia a vìolare europee sul debito. 'Il Patto di stabilità prevede una gran parte di flessibilita - ha spiegato Seibert - che può e deve essere utilizzata in modo intelligente". Il portavoce della Merkel si è espresso in questi termini rispondendo a una domanda specifica su uno scorporo dei costi del sisma dal computo del deficit italiano. Seibert, su questa "questione del bilancio", ha premesso di voler ribadire "ciò che è già stato detto in passato e naturalmente ancora ha validità"
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Seibert ha comunque precisato, fermo restando la contrarietà di Berlino, che "il patto di stabilità non è un impegno che uno Stato membro ha assunto nei confronti di un altro stato", ad esempio "l'Italia nei confronti della Germania", ma di fronte "a tutti gli altri Stati membri" dell'Ue. "Per questo tali questioni saranno da risolvere a livello europeo". Dal canto suo, Bruxelles ha ribadito anche oggi che "l'Ue resta pienamente pronta ad aiutare la popolazione e le autorità italiane". Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas dopo che ieri parole simili erano arrivate dal commissario europeo per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis. Renzi ha già dichiarato che intende ricostruire ogni edificio crollato "presto e bene" e che le spese per il sisma resteranno fuori dal Patto, come tra l'altro previsto dalla regole europee. Il premier ha aggiunto che "tutte le spese per l'edilizia scolastica e le strutture sanitarie le considereremo fuori dal Patto di Stabilità". E' su quei costi per "l'adeguamento antisismico", di cui bisognerà definire i contorni, che, probabilmente, si giocherà la partita a Bruxelles.
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