Domenica 30 Giugno 2024
RUBEN RAZZANTE *
Cronaca

Selfie e blog nel tema della maturità: la cultura digitale diventi materia scolastica

Tra le tracce della prima prova anche una dedicata a ‘Profili, selfie e blog’ di Maurizio Camilito. L’ostentazione dell’io e l’autonarrazione: come districarsi tra vita virtuale e reale

Selfie cultura digitale nelle tracce della maturità

Selfie cultura digitale nelle tracce della maturità

Stimolante questa traccia per quanti – vale a dire la quasi totalità dei candidati  –  vivono una costante e inestricabile compenetrazione tra la realtà virtuale e la vita reale. D’altronde era impensabile che in una prova di maturità non ci fosse una traccia dedicata al rapporto tra i ragazzi e il digitale. La Rete è ormai diventata un ambiente in cui i giovani trascorrono gran parte del loro tempo, attingendo informazioni, socializzando e svolgendo tutta una serie di funzioni, dalle attività formative a quelle commerciali, che prima riguardavano esclusivamente la vita reale. Le tre parole chiave della traccia (profili, selfie, blog) riassumono alcune delle categorie fondamentali del modo in cui le nuove generazioni abitano la realtà virtuale. I profili social vengono coltivati con continuità e scrupolo per trasmettere alla comunità di amici e contatti un’immagine di sé spesso edulcorata, camuffata e distante dall’identità reale. I selfie servono per immortalare momenti, situazioni, stati d’animo e la loro pubblicazione sui profili social risponde al desiderio di ostentazione dell’io, in una dinamica che spesso raggiunge livelli ossessivi e parossistici. Ci sono poi i blog o diari in Rete, che alimentano l’autonarrazione e documentano, con spiccato spirito cronachistico, le tappe della propria giornata, scandite da emozioni, sensazioni, suggestioni, opinioni. Tutto questo riassume la ridondante centralità della Rete, con i suoi riti, le sue liturgie, le sue virali consuetudini. E richiama l’esigenza che la cultura digitale, intesa come corretto e responsabile utilizzo delle tecnologie, diventi anche materia scolastica, oggetto di iniziative formative strutturate. Anche per scongiurare il rischio di dover dare ragione a chi ritiene web e social dannosi per i ragazzi almeno quanto fumo e alcol.

*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano