Roma, 5 settembre 2018 - Mentre parte ufficialmente per tre mesi, dal 5 settembre 2018 in 12 città italiane, la sperimentazione del taser, la pistola a impulsi elettrici classificata non letale, voluta dal Ministero dell'Interno con lo scopo di aiutare le forze dell'ordine (polizia, carabinieri e guardia di finanza), Matteo Salvini annuncia una sostanziale 'fase 2'. E' allo studio infatti una legge per dare pure agli agenti della polizia locale la possibilità di utilizzare il dispositivo. "Lavoreremo per poter usare il taser anche sui treni, e nel pacchetto sicurezza inseriremo una norma per renderlo fruibile agli agenti della polizia locale", spiega il ministro dell'Interno. Non solo. "Mi confronterò con il guardasigilli - conclude Salvini - per verificare la possibilità di offrire il taser anche alla polizia penitenziaria come richiesto da alcuni sindacati".
Telecamere in asili nido e ospizi. L'annuncio del Viminale
Proprio oggi l'assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia Riccardo De Corato, che ha anche la delega alla Polizia locale, ha chiesto che vengano dotati del Taser gli agenti della Polizia locale di tutti i Comuni lombardi. "Gli uffici dell'assessorato regionale alla Sicurezza - spiega De Corato - hanno inoltrato al ministero dell'Interno la richiesta per assegnare anche agli agenti di Polizia locale lombarda questo importante strumento di difesa". Avuto il via libera dal Ministero, infatti, - ha preseguito l'assessore - "l'intenzione è di inserire nel bilancio preventivo 2019 delle risorse e poi bandire un avviso per i Comuni e dotare i vigili lombardi, oltre che dello spray al peperoncino, già in uso in alcune città come Monza, anche di pistole elettriche e body cam".
Amnesty: "Siamo preoccupati"
Intanto Amnesty International ha scritto al capo della polizia, Franco Gabrielli, esprimendo preoccupazione. "Pur riconoscendo che la taser sia un'arma utile, più sicura di molte altre armi o tecniche utilizzate per bloccare individui pericolosi e aggressivi - si legge in una nota -, in non pochi casi nei Paesi in cui è già in uso risulta impiegata nei confronti di persone vulnerabili o che non rappresentano una minaccia seria e immediata per la vita o per la sicurezza degli altri". E ancora: "Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l'uso delle pistole taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti - aggiunge Amnesty -, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa". Proprio alla luce di questi dati, il direttore generale Gianni Ruffini ha chiesto a Gabrielli se, prima di mettere a disposizione delle forze di polizia le Taser, «sia stato effettuato uno studio sui rischi per la salute e garantita una formazione specifica e approfondita per gli operatori che ne verranno dotati, in linea con gli standard internazionali e in particolare con i Principi guida delle Nazioni Unite sull'uso delle armi da fuoco da parte degli agenti di polizia".