Dopo quasi 7 ore dal rilascio delle tre israeliane, sono stati liberati nella notte tra domenica e lunedì i 90 detenuti palestinesi nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco con Gaza. Due autobus con i vetri oscurati hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania, poco dopo l’una di notte. Tra i detenuti c’è Khalida Jarrar, quasi un personaggio storico dell’attivismo palestinese: ha 62 anni ed è una componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Poi altre 68 donne e 21 adolescenti.
Antonio Tajani è il primo politico e ministro degli Esteri straniero a visitare Israele e Palestina all’indomani della tregua e del rilascio delle prime tre giovani donne che fanno parte dei 33 ostaggi che Hamas si è impegnato a liberare nella prima fase dell’accordo. Nelle sue dichiarazioni, in conferenza stampa congiunta con l’omologo israeliano Gideon Sàar a Gerusalemme, il ricorrere della parola "pace" ha messo in chiaro qual è l’obiettivo del lavoro diplomatico italiano rispetto al Medio Oriente. "L’Italia è convinta della bontà del cessate il fuoco, che può rappresentare un momento fondamentale per invertire la tendenza negativa che c’è stata in questi ultimi anni in Medio Oriente", ha affermato Tajani, che è intervenuto in videocollegamento all’evento ’Agenda per la pace 2025: il ruolo dell’Europa e le sfide del Giubileo della speranza’ nello spazio del Parlamento europeo, ’Esperienza Europa - David Sassoli’, a Roma.
"Siamo d’accordo con Parigi che i capi di Stato e di governo non si arrestano. Nel caso del premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’Italia non lo arresterà, ancor di più perché non aiuterebbe di certo la pace", ha aggiunto il vicepremier, confermando la decisione del governo italiano. Il discorso poi è caduto sui rapporti tra Israele e Palestina: "Noi vorremmo che, finita la guerra, si possa procedere con ciò che è rimasto in sospeso nell’ottobre del 2023, e si possa ripartire con gli accordi di Abramo per dare stabilità a quest’area. L’obiettivo dell’Italia è avere due popoli con due Stati, ossia Israele e Palestina, con mutuo riconoscimento. L’ho detto nell’incontro con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar", ha spiegato Tajani, aggiungendo che il forte impegno dell’Italia nel sostenere la tregua si accompagna tanto all’amicizia con Israele, quanto alla necessità di risolvere tutti i problemi tuttora aperti con la questione palestinese. Sul futuro di Gaza, per il ministro "è ovvio che Hamas non può governare la Palestina, per tutto ciò che è accaduto. L’Anp è l’interlocutore unico dell’Unione Europea, ma deve modernizzarsi, rafforzare la sua posizione. E dovrà essere sostenuta dalla popolazione palestinese. Non credo che nella Striscia la popolazione voglia ancora essere guidata da Hamas", ha spiegato.
Nel giorno in cui Ita Airways annuncia la ripresa da febbraio dei voli tra Roma e Tel Aviv, Tajani ha quindi spiegato quale sia il ruolo che l’Italia vuole avere in questo frangente: "Essere costruttrice di eventi positivi. Siamo disponibili in caso di necessità di un’eventuale missione di pace a guida araba a fornire donne e uomini delle nostre forze armate". "La cooperazione italiana aggiungerà altri 10 milioni di euro per i progetti di ricostruzione, oltre agli altri 10 che erano già stati investiti e consegnati ai palestinesi. Abbiamo dato la nostra disponibilità per una fase successiva di ricostruzione, mettendo a disposizione il saper fare italiano per lo sminamento, la ricostruzione edilizia e per la ricostruzione di infrastrutture", ha annunciato.