Venerdì 28 Febbraio 2025
CHIARA GABRIELLI
CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Svolta al processo Saman . Il fratello sarà risentito: "Unico testimone oculare"

L’avvocata del fidanzato: il ragazzo è stato considerato inattendibile "Ma aveva solo 16 anni, adesso può cambiare davvero le sorti del dibattimento" .

L’avvocata del fidanzato: il ragazzo è stato considerato inattendibile "Ma aveva solo 16 anni, adesso può cambiare davvero le sorti del dibattimento" .

L’avvocata del fidanzato: il ragazzo è stato considerato inattendibile "Ma aveva solo 16 anni, adesso può cambiare davvero le sorti del dibattimento" .

"E adesso si riaprono i giochi". È uno scenario completamente nuovo quello che si delinea nel processo per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021: ieri è iniziato il processo in Corte d’Assise di Appello e nella prossima udienza del 6 marzo sarà riascoltato in qualità di testimone il fratello di Saman Abbas, minorenne all’epoca dei fatti.

La Corte, presieduta dal giudice Domenico Stigliano, lo ha deciso ieri, al termine dell’udienza, sciogliendo le riserve sulle richieste istruttorie della Procura generale. Il giovane in primo grado aveva testimoniato contro i familiari imputati, ma la Corte di Reggio Emilia aveva valutato come inattendibili molte sue dichiarazioni. Questa volta, il ragazzo si troverà di fronte entrambi i genitori: la madre Nazia Shaheen è stata estradata dal Pakistan nell’agosto scorso e partecipa al processo, mentre in primo grado era latitante. Non si sa ancora se parlerà in presenza, magari dietro un paravento o in videocollegamento, si sta pensando a un modo per tutelare un ragazzo considerato fragile.

"Il fratello di Saman ha fatto un percorso incredibile di maturazione e di affrancamento dalla propria cultura – le parole di uno degli avvocati in aula, Barbara Iannuccelli, che assiste però il fidanzato di Saman, ieri assente –. Il fratello è stato considerato indagabile, inattendibile, ma lui aveva soltanto 16 anni quando gli hanno ucciso davanti agli occhi la sorella. È l’unico testimone oculare, ora può cambiare davvero le sorti di questo processo e, vorrei sottolineare, questo ragazzo non ha nessun motivo al mondo di andare contro la propria famiglia". Il fratello è sempre stato il testimone principale contro i suoi familiari: ha detto che il delitto è stato organizzato e pianificato da tutta la famiglia, una punizione per la sorella che voleva andarsene di casa con il fidanzato e non aveva accettato il matrimonio combinato voluto dai suoi. Per le difese e per la sentenza di primo grado, che ha condannato il padre, Shabbar Abbas, e la madre all’ergastolo, lo zio Danish Hasnain a 14 anni, e ha assolto i due cugini della ragazza (Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che lui aveva detto di aver visto sul luogo del delitto, ora sono entrambi liberi), è stato considerato invece inattendibile: per i giudici, avrebbe parlato e puntato il dito contro la sua famiglia per il timore di essere accusato o coinvolto in prima persona.

Ammessa anche la visione di un nuovo filmato, della durata di circa 40 minuti, realizzato dagli inquirenti, un ‘assemblaggio’ che raccoglie una serie di sequenze riprese dalle telecamere al momento del delitto con delle ricostruzioni animate laddove ‘mancano’ dei passaggi. Video che vuole dare una visione complessiva degli spostamenti degli imputati tra il 29 e il 30 aprile e che la Procura generale chiede di acquisire agli atti.

Vietate le riprese delle telecamere e le registrazioni in aula, anche se in primo grado erano state ammesse: lo ha deciso ieri il giudice, "pur dando atto della rilevanza sociale del processo". La Procura generale, con l’avvocato generale Ciro Cascone, si era detta invece favorevole alle riprese, sottolineando che il processo ha rilevanza "anche per una questione culturale che travalica i confini nazionali".