Bologna, 12 aprile 2024 – Sette corpi: non ci sono più speranze nell’abisso nero della centrale di Bargi sul bacino di Suviana: i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno continuato ad immergersi, tra detriti e macerie, per restituire alla famiglia straziata anche il corpo dell’ultimo operaio mancante: Vincenzo Garzillo, napoletano di 68 anni. Uno dei problemi più grandi è l’inquinamento dell’acqua.
Ieri erano stati recuperati al piano -9 i corpi di Adriano Scandellari, Paolo Casiraghi e Alessandro D’Andrea. Come ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Calogero Turturici, "la morte li ha colti probabilmente mentre stavano scappando”.
Sulla tragedia è stato aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposi. Nelle mani degli inquirenti ora c’è anche il sistema ‘Scada’ una sorta di scatola nera dalla cui analisi potrebbero emergere la cause dell’incidente.
La diretta
"Questa è una tragedia che coinvolge vari aspetti: morti, feriti, familiari, comunità di Bargi, complessità del lavoro dei soccorritori. È ancora presto per avere indicazioni su cosa sia successo, toccherà a magistrati e Forze dell'Ordine stabilirlo". A dirlo è il ministro del Lavoro Marina Calderone, intervenuta a Tg2 Post. "Siamo già intervenuti sul tema di appalti e subappalti con un decreto - aggiunge Calderone -. Esistono appalti genuini e altri in cui qualcuno pensa di utilizzare le norme per trarne profitto: come primo atto abbiamo reintrodotto il reato di somministrazione illecita di manodopera nell'ambito degli appalti".
Terminati i soccorsi, sul lago di Suviana è stata avviata la fase due, quella che il direttore delle emergenze della Protezione Civile Luigi D'Angelo definisce "di recovery di tutta la struttura": in sostanza andrà svuotata l'intera centrale dall'acqua, che dal piano -9 ha ormai invaso anche il -7, mandando al massimo della potenza le pompe idrovore. Poi scatterà la messa in sicurezza, visto che ci sono danni anche ai piani superiori. Infine si procederà con le perizie.
Probabilmente l'esplosione è partita dall'alternatore all'ottavo piano e non dalla turbina al nono. Buio pesto sul motivo. "Ci sono tante possibili cause, non lo sappiamo", ha detto l'ad di Enel Green Power Salvatore Bernabei. Le componenti in collaudo erano state costruite e installate da aziende esterne, ma che ci sia stato un malfunzionamento, disattenzione o altro, sarà l'inchiesta a stabilirlo.
Alla centrale idroelettrica di Suviana si sta smantellando tutto l'apparato della Protezione Civile, i vari soccorritori stanno lasciando l’impianto mentre rimarranno soltanto i Vigili del Fuoco dell'unità investigativa. La struttura al momento ritornerà in mano ad Enel per quanto concerne i piani superiori e fino al -6. I livelli inferiori rimangono sotto sequestro per le indagini della Procura.
"La Toscana si stringe per Alessandro D'Andrea, originario di Forcoli, Pisa, una delle vittime sul lavoro nella tragica esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana, poco oltre il confine con la nostra regione. Esprimo profondo cordoglio alla famiglia e agli amici di Alessandro e ringrazio i soccorritori che hanno provato con tutti i mezzi e forze a salvare le persone coinvolte". Così sui social Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
"Necessario rispettare le norme: manca il controllo". Così Stefano Bonacci, governatore dell'Emilia Romagna, a Tagadà La7, tornando a parlare dell'incidente. "Necessario convocare le parti sociali e le rappresentanze delle istituzioni locali per risolvere questa emergenza nazionale, la politica sia unita su questi temi". E sulla senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, che in un'intervista ha definito Maurizio Landini 'uno sciacallo' per aver scioperato poco dopo la strage sul lavoro a Bargi, Bonaccini ha detto che "se domani ci fosse una manifestazione ci tornerei".
Quanto resterà fuori servizio la centrale? "Non ve lo so ancora dire - risponde il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin -. A parte l'inchiesta, anche i tecnici di Enel Green Power e in questo caso delle società che stavano collaudato devono fare la valutazione. Qualcuno deve scendere sotto, l'impianto risulta allagato fino all'ottavo piano".
Tra ieri e l'altro ieri sono state eseguite, come da incarico conferito dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, le prime tre ispezioni esterne e gli esami post mortem, anche con tac, sulle salme dei primi tre operai estratti senza vita dalla centrale idroelettrica di Bargi. Rilievi in base ai quali si ritiene di poter ricondurre all'evento, l'esplosione sommersa nell'impianto, la causa della loro morte. È il motivo per cui il procuratore non ha ritenuto di disporre le autopsie.
L'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei ha chiesto di rispettare il dolore delle persone coinvolte nella tragedia di Suviana, citando la vicenda "del capo della centrale che ha visto il luogo in cui lavorava in questa situazione e fin dall'inizio ha visto alcuni deceduti che conosceva, persone con cui lavorava tutti i giorni. Per tre giorni è stato insieme ai sommozzatori, coordinando le operazioni di soccorso, guidandoli centimetro per centimetro in un ambiente dove non c'era visibilità. Appena trovato il quarto disperso ha avuto un mancamento ed è stato portato via dall'ambulanza". La psicologa spiega come si aiutano le persone in completo stato di choc, la dottoressa Gabriella Gallo dell’Ausl di Bologna, coordina il delicato lavoro per il sostegno ai parenti delle vittime e dei feriti: "“Il team subito attivo per dar loro supporto emotivo”
"Abbiamo fatto la verifica sugli aerodispersi, su quanto poteva essere andato in aria. Non sono state rilevate presenze di fibre e non ci sono presenze di fibre d'amianto nelle macerie che sono state campionate". Lo ha detto Giuseppe Bortone, direttore di Arpae Emilia-Romagna. Le analisi sull'amianto sono state condotte in collaborazione con l'Ausl. Ma Arpae monitora anche le concentrazioni di inquinanti nell'acqua: "All'interno ci sono concentrazioni di inquinanti importanti, attraverso la sequenza dei campionamenti e le diverse posizioni del campionamento c'è una differenza tra superficie e fondo - spiega Bortone -. Probabilmente le operazioni di pompaggio superficie potranno essere molto efficaci. Questi dati all'interno saranno fondamentali per capire come dimensionare l'intervento di pompaggio e bonifica dell'impianto".
Due dei quattro operai dispersi trovati morti, due addetti che lavoravano all'ottavo piano probabilmente sono stati sbalzati dall'ottavo al nono piano attraverso il pozzo di aspirazione mentre gli altri due erano già al nono, in corrispondenza delle loro postazioni di lavoro. È la ricostruzione che fa Giuseppe Petrone, responsabile nazionale dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Nell'intervento "abbiamo messo in campo costantemente almeno 18 sommozzatori, che si alternavano e si articolavano costantemente in maniera tale da garantire la copertura del servizio di soccorso in tutta la giornata. Abbiamo operato continuamente, in tranquillità, sia di notte sia di giorno".
La Procura ha già acquisito la “scada”, una sorta di scatola nera che registra tutti gli sbalzi ed eventi all’interno della centrale. Questo apparecchio dovrà essere analizzato dagli esperti per chiarire cosa sia accaduto al momento dell’esplosione: se ci sia stato un aumento della corrente o sei altri elementi abbiano scatenato l’incidente. La centrale non verrà posta interamente sotto sequestro, quando sarà il momento: la Procura anticipa che saranno interessati alla misura solo i piani interessati, ossia il -8 dove è avvenuta l’esplosione e il -9 che si è allagato, non il resto dell’impianto.
L'ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, spiega: "Tutte le centrali hanno un sistema di supervisione e controllo che si chiama Scada. In questa centrale si trovava nei piani superiori. Questo sistema è già stato preso dall'autorità giudiziaria e quindi se avrà registrato qualcosa si vedrà nel momento in cui verrà esaminato". Se il sistema avrà registrato qualcosa "quell'analisi potrà essere utile per capire le cause, perché altrimenti attualmente non è davvero possibile che cos'è successo".
Gli ultimi due operatori ritrovati, la sesta e settima vittima, "erano in corrispondenza delle postazioni di lavoro, non stavano scappando - spiega - altri due, invece, erano vicino alle vie di fuga e lavoravano all'ottavo piano".
Il corpo dell'ultimo disperso ritrovato era al nono piano, vicino alla turbina, in corrispondenza della sua postazione di lavoro. I primi due recuperati, invece, trovati al nono piano vicino alle vie di fuga, lavoravano all’ottavo. Le ipotesi sono che stessero fuggendo o che siamo stati sbalzati dall’esplosione.
È fuori pericolo di vita Jonathan Andrisano, operaio di 35 anni di Castiglione dei Pepoli, sempre sull'Appennino bolognese: è uno dei cinque feriti ancora ricoverati dopo l'esplosione nella centrale. Andrisano è rimasto intossicato dai fumi ed è nella terapia intensiva dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Ora dalla direzione del policlinico arriva la bella notizia.
Recuperato il corpo dell'ultima vittima, sempre nel piano -9 della centrale di Bargi: nonostante non ci sia ancora l'identificazione ufficiale, all'appello manca solo Vincenzo Garzillo, 68 anni di Napoli, dipendente della Lab Engineering. Le altre vittime sono Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina), Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), 45 anni, e Mario Pisani, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), di 73 anni. Ieri sono stati trovati anche i corpi di Adriano Scandellari, 57 anni, di Padova, Paolo Casiraghi, 59enne di Milano, e Alessandro D'Andrea, 37enne originario di Forcoli.
A quanto risulta, Alessandro D’Andrea è stato trovato all’interno del suo ufficio, al piano -9 della centrale di Bargi. Anche sul suo corpo sono state riscontrate importanti lesioni. I soccorritori, nelle ricerche, stanno seguendo la logica delle postazioni di lavoro e delle vie di fuga.
Arpae ed Hera sono state incaricate di effettuare prelievi per monitorarne la situazione dell’acqua del bacino di Suviana, dove si teme possano essere finiti oli e carburanti. L’acqua inquinata è stata estratta dalla centrale e immessa in autobotti, che la portano via per smaltirla in altre località, anche fuori regione.
Luigi D’Angelo, direttore della Protezione civile, ha spiegato come le ricerche siano ancora concentrate al piano -9, “ in una zona particolarmente densa di detriti e parti meccaniche danneggiate durante l’esplosione. Una spinta decisiva alle ricerche è stata data dal lavoro di rimozione dell’olio. Questo ha permesso di riuscire ad avere una migliore visibilità. Oltre al piano nove resta da ispezionare una parte del sottostante piano -10”.
Un’altra notte di ricerche a Suviana, tese a ritrovare l’ultimo dei dispersi, il sessantottenne napoletano Vincenzo Garzillo. Nella giornata di ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco sono riusciti a recuperare i corpi di tre dei dispersi, i cui nomi sono andati quindi nella lista delle vittime ufficiale di questa strage sul lavoro. L’ultimo, ieri sera intorno alle 20, quello del trentasettenne di Pontedera, Alessandro D’Andrea. Era nel lato opposto a quello dove erano stati individuati i resti dei due colleghi. Per tutta la notte sono andate avanti le ricerche, nella speranza di ritrovare anche il corpo di Vincenzo Garzillo, 68 anni e consulente esterno di Napoli.