Giovedì 21 Novembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Cronaca

Super potenze ai ferri corti. Usa alla Cina: se inviate armi a Putin sarà guerra mondiale

Dai palloni-spia sui cieli americani a TikTok messo al bando: rapporti logori. La rabbia di Pechino: "Contro il social persecuzione politica e xenofoba"

Continuano le spallate fra Stati Uniti e Cina. Un’escalation che rischia di aggravare il quadro internazionale, reso già abbastanza delicato dalla guerra in Ucraina. L’ultimo avvertimento in ordine di tempo è arrivato ieri, con il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, che ha parlato di rischi di conflitto mondiale se Pechino dovesse fornire armi alla Russia contro Kiev. "Se la Cina dovesse decidere di consegnare armi letali alla Russia – ha spiegato Austin –, non farà altro che prolungare la guerra in Ucraina. Il conflitto potrebbe allargarsi su scala globale".

Lloyd Austin, segretario della Difesa degli Stati Uniti
Lloyd Austin, segretario della Difesa degli Stati Uniti

Le dichiarazioni sono state rilasciate a margine di un’audizione davanti alla commissione Stanziamenti della Camera dei rappresentanti, che dovrà approvare il bilancio di 842 miliardi di dollari per modernizzare le forze americane in Asia e nel mondo. Austin ha fatto riferimento alla competizione con la Cina, segno che la contrapposizione fra i due Paesi può solo aumentare. L’inizio di questa nuova fase risale al febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina e Washington ha iniziato a temere che il conflitto potesse rappresentare un precedente per la Cina, che avrebbe potuto ripetere lo stesso schema con Taiwan. L’atteggiamento di Pechino lascia il dubbio a molti nella comunità internazionale e la situazione è peggiorata nelle scorse settimane, quando il presidente Xi Jinping ha esposto il suo Global Security Initiative, teoricamente una road map per assicurare la pace e la stabilità globale, in pratica l’impostazione di un nuovo ordine mondiale a trazione cinese.

In febbraio la tensione era salita a causa del pallone aerostatico cinese che sorvolava i cieli degli Stati Uniti. Ieri Pechino ha denunciato che un cacciatorpediniere a missili teleguidati Milius ha violato le acque delle isole Paracel, nel mar Cinese meridionale. La nave transitava 'senza l’approvazione del governo cinese, minando la pace e la stabilità' della zona. Lo scontro non risparmia nemmeno il virtuale. L’amministratore delegato di TikTok, il popolare social cinese che permette la condivisione di brevi video, è stato sentito dal Congresso Usa. Nonostante le rassicurazioni di Shou Zi Chew sul fatto che la sua società è libera da qualsiasi manipolazione e sulla tutela della privacy degli utenti, i deputati continuano a chiedere di separare il braccio statunitense di TikTok dalla sua proprietà cinese di ByteDance. Per Pechino un eventuale divieto Usa di utilizzare il social sarebbe una 'persecuzione politica e xenofoba'.