Domenica 22 Dicembre 2024
PINO DI BLASIO
Cronaca

Suore di Pienza, la guerra segreta. L'ombra dell’attacco a Bergoglio

Monsignor Viganò, l’ex potente segretario del Governatorato del Vaticano, prende la difesa delle religiose. Ma la partita è sulla proprietà del convento: il Papa l’ha affidato alla Curia, la badessa lo voleva per 99 anni

Le suore di clausura di Pienza rispondono alla diffida della diocesi

Pienza (Siena), 27 febbraio 2023 - A chi, soprattutto sui social, ha letto la storia delle monache di Pienza come la battaglia di 13 suorine benedettine, trinceratesi dentro un monastero a Pienza, per difendersi dal Vaticano e dalla nomina della nuova Madre Superiora, basterebbe leggere il dossier al curaro di 12 pagine, prima puntata di un memoriale firmato dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, per pensare che può esserci qualcos’altro dietro il caso di Pienza. Soldi e potere, come dietro tutte le storie del mondo.

Viganò oggi è presule di una diocesi in Kosovo. Ma fino a pochi anni fa era il potente segretario del Governatorato dello Stato Città del Vaticano e nunzio apostolico negli Stati Uniti, in carica fino al 2106. E protagonista nel 2018 del clamoroso attacco a papa Francesco, reo a suo avviso di aver coperto gli abusi sessuali di cui si era macchiato l’ex cardinale americano Theodore McCarrick. L’arcivescovo Viganò, da anni in pensione, era arrivato a chiedere le dimissioni del Papa ed è l’epigono di una Chiesa ultratradizionalista che vede in Bergoglio il nemico.

In quelle 12 pagine in cui ripercorre la battaglia delle monache di Pienza, Viganò scrive che "conosce personalmente la badessa delle monache benedettine" e racconta la loro storia dal 2013, quando le sorelle furono inviate in Olanda, "dal monastero marchigiano di Sant’Angelo in Pontano, dove seguivano il ’Cammino Neocatecumenale’ di Kiko Arguello". Dal 2013 al 2017, l’arcivescovo Viganò dice che "autonomia del monastero delle benedettine fu messa a dura prova dalle gravi e indebite ingerenze dei dirigenti del Cammino.

Punt, monsignore olandese, fu costretto ad allontanare le monache su pressione di Kiko".

Arriviamo a Pienza, dove le nostre 13 sorelle vengono accolte dall’arcivescovo Stefano Manetti. E qui il dossier di Viganò entra nella questione del proprietà del monastero, una villa con una vista fantastica sulla Valdorcia, un immobile che avrebbe un valore sul mercato. Per l’arcivescovo del Kosovo la proprietà sarebbe dovuta passare alle suore. Ma è rimasta nelle mani della Curia, anche in ossequio al Motu Proprio del Papa che ha riorganizzato la gestione dei beni ecclesiastici.

Leggete l’arringa di Viganò sulla "pretestuosità delle azioni disciplinari nei riguardi delle Monache, finalizzate banalmente ad un’operazione finanziaria... Lo scopo vero, che anima l’azione di questo pontificato è normalizzare la vita religiosa al nuovo paradigma pauperista, migrazionista, ambientalista, ecumenico, e sinodale imposto dalla junta dell’Argentino". Aggiungeteci l’accusa di ’torture psicologiche’ verso le suore attuate dai visitatori pontifici "arrivati a sorpresa e con chiare intenzioni intimidatorie" e il quadro di un monastero assurto a simbolo delle accuse degli ’antibergogliani’ è completo.

Non è mai stata una storia di marmellate e di clausura social, quella delle monache di Pienza. Nel dossier dei visitatori apostolici ci sarebbero anche storie di plagi di giovani suore che in Olanda sarebbero andate via dal monastero. Suor Diletta Forti, abbadessa (come si definisce) del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo, avrebbe chiesto quel convento in comodato d’uso per 99 anni. E l’avrebbe eletto anche a residenza della madre. La foto che ritrae la Superiora mentre affigge il manifesto-lettera della sua diffida contro la Diocesi e la Santa Sede. Sembra Martin Lutero che affigge le sue tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg. E anche l’offerta della settimana di clausura, nella pagina Facebook, a giovani donne dai 18 ai 38 anni fa pensare a un talent show più che alla ricerca di vocazioni.