Mercoledì 19 Marzo 2025
MARINA VERDENELLI
Cronaca

Suicida a 15 anni, le chat di Leonardo esasperato dai bulli: “Li vorrei ammazzare”

L’avvocato, insieme ai genitori del minorenne di Senigallia, che si è tolto la vita lo scorso ottobre, ha reso noti i contenuti della perizia tecnica fatta sui cellulari, dalla quale emerge come fosse minacciato da quattro compagni di classe: “Ci sono molte frasi che confermano l’istigazione al suicidio”

I genitori di Leonardo, il 15enne suicida a Senigallia, insieme all'avvocato che li assiste

I genitori di Leonardo, il 15enne suicida a Senigallia, insieme all'avvocato che li assiste

Senigallia (Ancona), 19 marzo 2025 – “Ci sono molte frasi che confermano l’istigazione al suicidio di Leonardo, la famiglia già lo aveva detto”.

Parla così l’avvocato Pia Perricci, legale dei genitori del 15enne di Senigallia (Ancona) trovato morto suicida il 15 ottobre scorso, nella frazione di Montignano dove si è tolto la vita sparandosi con la pistola di ordinanza del padre, vigile urbano. Per i familiari è stato vittima di bullismo a scuola, frequentava l’alberghiero Panzini. Era esasperato e non sapeva come uscire dall’angoscia in cui era caduto.

In una conferenza stampa indetta questa mattina nel suo studio di Pesaro, insieme al padre e alla madre del minore, l’avvocato ha reso noti i contenuti della perizia tecnica fatta sui due cellulari e una PlayStation della vittima.

Chat e messaggi che Leonardo si scambiava con un amico e con i genitori nei giorni precedenti al gesto estremo. “Frasi di una persona angosciata ed esasperata - dice l’avvocato Perricci - non sapeva come risolvere il problema dei compagni di classe che lo tormentavano”. E le frasi lette dal legale sono queste: “Non riesco a togliere il senso di angoscia”, “Perché devono cagare il ca…a chi non fa niente”, “Se non la smettono tendenzialmente gli farò del male”, “Li vorrei ammazzare”, “È troppi giorni che sto con questa angoscia, io li ammazzerei di botte se fosse per me”.

Alla fine Leo “ha fatto a se stesso - deduce l’avvocato - quello che voleva fare ai bulli che lo tormentavano perché lui era un ragazzo estremamente educato”. Sempre dal telefonino emergerebbe che Leonardo era minacciato da quattro compagni di classe, due maschi e due femmine, anche di prendere le botte.

Il padre del giovane, Francesco, ha sottolineato: “La nostra è una condanna a vita. Chi sa parli”. La madre Viktorya: “In quella scuola i prof hanno visto perché non hanno fatto nulla? Chi sta zitto è complice”.