Rimini, 27 agosto 2018 - "Mi hanno violentata. Sono stati quei due ragazzi italiani». È corsa dalle amiche, con cui era arrivata dalla Germania per trascorrere delle vacanze spensierate, e ha raccontato subito a loro il suo dramma. E quelle accuse una turista di 19 anni tedesca, le ha ripetute anche al gestore dell’ostello dove è avvenuta la violenza: «Sono stata stuprata in camera da due giovani, 21 anni uno, 23 l’altro, entrambi palermitani, turisti anche loro e ospiti». Così è scattato l’allarme con la Squadra mobile subito al lavoro e le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Davide Ercolani. Indagini che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due aspiranti poliziotti siciliani, due allievi della scuola di polizia di Brescia, arrivati venerdì a Rimini per un weekend al mare. Sulla loro testa pesa l’accusa pesantissima di violenza sessuale di gruppo. Per i due, come fanno sapere da Roma i vertici della polizia, espulsione vicina dalla scuola di Brescia e addio per sempre alla divisa. Per Rimini, invece, un altro, maledetto 25 agosto, un’altra violenza sessuale a un anno esatto di distanza dal duplice stupro di Miramare quando vennero brutalizzate una turista polacca e una trans peruviana.
Cambia lo scenario, non più la spiaggia, ma una stanza di un ostello, uno di quelli dove si dorme con poco meno di 20 euro, con un’altra giovane donna che porta i segni di uno stupro. Quegli stessi segni che medici dell’ospedale Infermi, dove la turista è stata subito portata, hanno riscontrato sul suo corpo. Le lesioni sono compatibili con quello che ha raccontato la giovane.
È sabato pomeriggio, poco prima delle 18, quando Rimini ripiomba nel dramma. In città piove, è un anticipo d’autunno. In una camera dell’ostello si sono riuniti cinque giovani, due italiani e tre ragazze tedesche. Si sono conosciuti la sera prima, si diventa amici facilmente a vent’anni o poco più. Fuori piove, mentre restare al coperto, a ridere e scherzare. Il gruppetto beve qualcosa, nessuno sballo. Poi due ragazze tedesche se ne vanno, la terza, la 19enne, preferisce restare. Si allontana anche uno dei due giovani italiani. È la stessa vittima a raccontare agli inquirenti quello che è accaduto. I due giovani si scambiano qualche effusione, niente di più. La situazione precipita quando l’altro italiano rientra nella stanza. Sempre stando alle accuse della 19enne, i due la costringono a un rapporto sessuale a tre. Lei si rifiuta, ma non la ascoltano e viene violentata. Riesce però a divincolarsi e a correre dalle sue amiche, nella loro stanza. È a loro che racconta subito tutto e chiede aiuto. Ed è, insieme a loro, che si precipita in reception a svelare di essere stata violentata. Dall’ostello parte la chiamata alla polizia. Una volta dato l’allarme, gli agenti accompagnano la giovane in ospedale per tutti gli accertamenti del caso che confermano quanto raccontato dalla giovane mentre partono subito le indagini della Squadra mobile, coordinate dal sostituto procuratore, Davide Ercolani. La Mobile arriva subito ai due allievi poliziotti. E i due, quando escono dall’ostello e si trovano davanti ai ‘veri’ poliziotti raccontano la loro verità: «Abbiamo fatto sesso, ma lei era consenziente».
Per tutta la notte, fino alle 4, in questura, con il magistrato sempre presente e sempre seguendo il protocollo previsto nei casi di violenza sessuale, la turista tedesca viene sentita. È lucida, non ha mai un cedimento. Racconta il suo dramma. Vengono ascoltati anche altri testimoni, le sue amiche, il gestore dell’ostello. Alla fine i due aspiranti poliziotti vengono indagati per violenza sessuale di gruppo. Un’accusa pensatissima per chi sognava di diventare un poliziotto e non lo sarà mai. Il direttore della scuola di Brescia ha già avviato la procedura di sospensione per i due e da Roma fanno sapere che si seguirà ‘un approcio ancora più rigoroso e intransigente’. I due mai e poi mai potranno indossare la divisa della polizia. Intanto la giovane turista ha già lasciato Rimini ed è tornata in Germania per tentare di dimenticare. Dal Comune di Rimini, intanto, in una nota «sostegno e aiuto alla donna. E, come già accaduto in passato, si costituirà parte civile nei confronti dei responsabili qualora i riscontri investigativi, confermassero le prime ipotesi».