Roma, 2 aprile 2024 – L’incubo per la 20enne, vittima dello stupro di gruppo a Palermo dello scorso luglio, non è finito. Ieri sera la ragazza sarebbe stata minacciata con un coltello e trascinata dentro un’abitazione nel rione di Ballarò a Palermo, mentre si trovava in compagnia del suo fidanzato. E’ quanto ha raccontato la ragazza ai carabinieri. Come si apprende, la 20enne è stata avvicinata da un ragazzo e dalla madre di quest’ultimo: si tratta del giovane che la ragazza ha denunciato per abusi sessuali durante l’inchiesta, ma non c’entra con i sette – tutti in carcere e uno, che all’epoca era ancora minorenne, condannato – del presunto stupro di gruppo. L’aguzzino di Ballarò avrebbe, invece, abusato della giovane tra i mesi di maggio e giugno del 2023, perciò un mese prima della violenza del Foro Italico.
Il giovane e la madre avrebbero avvicinato la ragazza per intimarle di ritrattare la denuncia. Successivamente, avrebbero costretto la giovane a seguirli nella loro abitazione, a due passi da Ballarò. Il
fidanzato non ha potuto fare nulla, come dirà agli inquirenti. Ma dopo alcune ore, il ragazzo è corso dai carabinieri per sporgere denuncia per sequestro di persona e minacce. Nella notte si sono recati in caserma anche madre e figlio con la ragazza dove sono stati ascoltati. Intanto la 20enne è stata trasferita in una comunità protetta. E' quanto deciso dalla Procura di Palermo che coordina l'inchiesta sullo stupro di gruppo di luglio. Ora saranno le indagini a fare luce su quanto avvenuto. Per ricostruire la vicenda saranno messi al vaglio anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nel rione palermitano.