di Nino Femiani
È uno scaricabarile. Tra i sette arrestati è un passaggio del secchio (passing the buck), come dicono gli inglesi raffigurando in maniera plastica il passaggio da una mano all’altra della pattumiera colma di responsabilità e infamie. I protagonisti dello stupro di Palermo, nel corso della drammatica notte tra il 7 e l’8 luglio, fanno a gara nel dire di essere stati trascinati dagli altri, aggiungendo di credere che la diciannovenne violentata fosse consenziente. Una recita, in cui ognuno cerca di ritagliarsi una parte in ombra, accendendo le luci sugli altri, soprattutto su Angelo Flores, il ventiduenne che ha fatto il video che impazza su alcuni gruppi di Telegram e che ora è richiesto a pagamento anche sul dark web. E a proposito di Rete, ecco che, ad alzare altro polverone, ci si mettono anche dei video fake – all’inizio attribuiti agli amici degli arrestati – in cui il fango della vicenda si impasta con un’indecente oscenità. Andiamo per ordine e partiamo dagli interrogatori dei tre maggiorenni arrestati, sfilati davanti al gip Marco Gaeta.
L’atteggiamento dei tre – Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao – è stato diverso, ma tutti hanno sostenuto la tesi dell’atteggiamento consenziente e cedevole della vittima. Maronia, però, a differenza degli altri due, appare il più provato e il più incline ad ammettere le proprie responsabilità. Davanti a Gaeta scoppia in lacrime e conferma il rapporto sessuale. "Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla (il minorenne, oggi maggiorenne, Riccardo Parriniello, scarcerato dal gip per aver collaborato, ndr)". Poi, tra le lacrime, cerca scampo nel solito refrain: "Mi era stato detto che la ragazza era consenziente, mi sono rovinato la vita". Un’aggiunta arriva dal suo legale: "Il mio assistito ha riferito che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza. Ad organizzare tutto sarebbe stato Flores. Lui, Flores non lo conosceva, era amico di Di Trapani (un altro degli arrestati, ndr). Ha detto che si sono ritrovati tutti alla Vucciria senza essersi messi d’accordo prima e che è stato Flores a portare la diciannovenne nel gruppo".
Più ’tosti’ gli interrogatori degli altri. La Grassa dice addirittura di "essere rimasto in disparte". "Arnao ha ammesso che la situazione è degenerata – conferma il suo avvocato –, ma continuando a sostenere che la giovane fosse, quantomeno inizialmente, consenziente". E mentre si conclude il primo round degli interrogatori in carcere del branco, ecco piombare sulle parole degli accusati dei video postati sul canale di Tik Tok. La pubblicazione crea sconcerto, si pensa che sia opera di amici o addirittura di familiari degli arrestati, poi arriva la smentita da entrambe le parti.
Si tratta di profili fake, aperti nelle ultime 24 ore, che utilizzano vecchi filmati degli arrestati su cui vengono sovraimpresse scritte urticanti. Su un video di Maronia che balla è scritto: "Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, io non ero in me ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici". Falso anche il profilo acchiappa-clik di Samuele La Grassa con la scritta: "Volevo scusarmi pubblicamente per quello che è successo, ma per favore basta insulti" e "Mentre voi mi criticate, io mi faccio i soldi". Fasullo il profilo di Flores su TikTok dove circola il video con la scritta: "Aspettando i blabla che mi minacciano, sono innocente e lo dimostrerò fino alla morte". La vicenda dello stupro del branco resta alla ribalta nazionale, ma al Consiglio comunale di Palermo convocato per dimostrare l’attenzione e la solidarietà alla vittima si presentano tra i banchi solo 14 consiglieri su 40.