Roma, 5 febbraio 2024 – Il procuratore Francesco Menditto ha dato il via al ’modello Tivoli’ con l’applicazione nella procura romana del braccialetto elettronico obbligatorio per gli stalker, una stretta inedita, che segue le misure di prevenzione contro i clan.
Come si previene un’aggressione come quella di Catania?
"Conoscendo la radice della violenza sulle donne. Serve una educazione diffusa sulla parità di genere. Sradicando gli stereotipi e il considerare le donne come oggetti, gli abusi caleranno".
Cosa manca per garantire una vita sicura alle donne?
"Le racconto un’esperienza. Una sera io e mia moglie eravamo in auto fuori da una stazione ad aspettare nostra figlia. Nel rappresentarle la mia paura, lei mi ha risposto: ’Noi donne proviamo questa sensazione ogni volta che passeggiamo sole di sera e in tanti contesti in cui anche solo la presenza di un uomo ci fa paura’".
Perché i giovani sono così propensi alla violenza di genere?
"Ora c’è più consapevolezza da parte delle giovani vittime che denunciano, così i reati sembrano crescere. Sicuramente abbiamo più procedimenti ai danni di ragazze. Le donne adulte, invece, hanno meno fiducia nelle istituzioni. Un caso tipico che emerge spesso ora è la violenza alla festa, quando le ragazze bevono o sono indotte a farlo fidandosi e il ragazzo solo per questo crede di avere il diritto di compiere atti sessuali perché non gli interessa il suo consenso".
Qual è il ruolo del porno on line e dei social in tutto ciò?
"La circolazione facile della pornografia, anche tra i minori, fornisce un modello sessuale distorto di possesso e di un corpo femminile da usare. Ciò alimenta il fondamento della violenza".
Assieme a sua moglie, la giudice Paola Di Nicola Travaglini, ha scritto il manuale ’Codice rosso. Il contrasto alla violenza di genere’. Cosa manca nello strumento legislativo?
"Le leggi ci sono ma occorre che siano applicate. Ciò non sempre avviene, non solo per la scarsità di risorse, ma soprattutto per la mancanza di una formazione obbligatoria che consenta di riconoscere la violenza sulle donne, il suo fondamento culturale e i fattori di rischio".
I genitori di figlie femmine come possono stare tranquilli in questo contesto?
"Attenzione, quelli che sembrano gli ambienti più sicuri, in realtà, non lo sono. L’85% delle violenze avviene in un contesto di relazioni conosciute. Un caso come quello di Catania, dunque, è raro. Non smettiamo mai, però, di dare un’educazione di libertà alle nostre figlie e, soprattutto, un’educazione di rispetto ai nostri figli maschi".