Stromboli (Messina), 3 luglio 2019 - Eruzione a Stromboli: una serie di violente esplosioni sono state registrate dal cratere del vulcano. Due trabocchi di lava scendono dalla Sciara del fuoco. Pioggia di lapilli incendiari anche su Ginostra. Un escursionista è morto e un altro è ferito: erano sul sentiero libero di Punta del Corvo. A perdere la vita è stato un 35enne di Milazzo, Massimo Imbesi, non è in pericolo di vita l'amico brasiliano che era con lui, ritrovato in stato di choc e disidratato da una guida, che è stata successivamente raggiunta dalle forze dell'ordine e dai volontari della Protezione civile. Dei turisti per paura si sono lanciati in mare.
Qui gli aggiornamenti del 4 luglio
"Si è trattato di un evento straordinario e non prevedibile come attestato anche dall'Ingv. Lo Stromboli è costantemente monitorato e il sistema ha funzionato. C'è un grande dolore per la morte dell'escursionista 35enne della provincia di Messina, ma la macchina dei soccorsi è entrata subito a pieno regime". A dirlo è il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, dal centro di coordinamento dei soccorsi allestito al Comune. "L'evento è concluso - aggiunge il primo cittadino. "Ribadisco che non c'è stata alcuna evacuazione. Solo chi non si sentiva al sicuro e ha deciso volontariamente di andare via è stato trasferito a Lipari, ricevendo la massima assistenza da parte del personale della Protezione civile".
Fonti di Palazzo Chigi hanno reso noto che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte è costantemente aggiornato sulla situazione ed è in contatto con i vertici della Protezione civile. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha twittato: "Vicini ora per ora ai cittadini di Stromboli, lavoro e preghiera".
Vicini ora per ora ai cittadini di #Stromboli, lavoro e preghiera. pic.twitter.com/apwHP3h8kP
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 3 luglio 2019
Le testimonianze da Stromboli
"C'è stata una potente esplosione. Abbiamo sentito un boato, poi si è alzata una colonna di fumo, fiamme sui costoni del vulcano", affermano i testimoni. "Tutte le persone che si trovavano al villaggio, circa un centinaio tra turisti e residenti, si sono barricate in casa e si sono lanciate in mare", dice all'Ansa Gianluca Giuffrè, giornalista e proprietario di un bazar a Ginostra, che aggiunge: "L'energia elettrica è stata interrotta, forse a causa di un guasto alla centrale".
Video: dal mare
Turisti lasciano Ginostra
Tanta la paura sull'isola. Trenta persone che si trovavano a Ginostra, sono state imbarcate con l'aliscafo della liberty Lines. Un altro mezzo navale ha poi recuperato altri turisti. Ma la decisione di partire o rimanere lì è a loro discrezione: non è stato al momento avviato alcun piano di evacuazione. A fine giornata sono circa una settantina le persone che hanno deciso di lasciare l'isola. La Protezione civile regionale siciliana ha disposto lo stazionamento alla fonda di una nave militare e di una nave privata per far fronte ad una eventuale evacuazione.
#Stromboli #3luglio 20:00: operazioni di soccorso in atto, immagini dall’elicottero Drago 59 pic.twitter.com/22x3sB5Jln
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 3 luglio 2019
Eruzione violenta, così 5 o 6 in un secolo
L'eruzione è catalogabile tra quelle più gravi, tecnicamente un'eruzione "parossistica", come se ne verificano al massimo 5 o 6 in un secolo. A spiegarlo all'agenzia Agi è Gianfilippo Deastis, vulcanologo dell'Ingv, che si trova sul posto. "L'esplosione di oggi - sottolinea - è diversa dall'ultima, quella del 25 giugno, definita 'esplosione maggiore', con una colonna di fumo alta e la ricaduta di materiale oltre l'area craterica. L'evento odierno è molto più violento, con una colonna eruttiva di almeno 2,5-3 chilometri di altezza, e numerosi lapilli e brandelli di lava sparati fuori e ricaduti ben oltre l'area del cratere". L'ultima esplosione di questo tipo "si è verificata nel 2003". Il direttore dell'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Eugenio Privitera, sottolinea che le due esplosioni che hanno scosso lo Stromboli "sono tra le più forti mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985".
"Stromboli viene chiamato anche il faro del Mediterraneo, perché gli antichi navigatori utilizzavano gli sbuffi per la scelta delle rotte", ha spiegato Francesco Latino Chiocci, professore di Geologia Marina all'Università La Sapienza, Dipartimento di Scienza della Terra e responsabile studi Parti Sommerse del vulcano Stromboli. "Normalmente l'energia di questi sbuffi è limitata e la lava ricade intorno ai crateri e si disperde - continua Chiocci - in particolare su un fianco che collassò 5mila anni fa in un gigantesco evento, creando una via." Lo studioso avvisa: "Non essendo stato comunque un evento 'tradizionale', anche l'evoluzione potrebbe essere diversa dal solito. Non ci sono certezze e per questo deve essere monitorato e tenuto sotto controllo".
Stromboli, eruzioni e maremoti
Lo Stromboli è un vulcano in piena attività. Prima dell'eruzione di opggi il vulcano ne ha dato dimostrazione in altre occasioni, più o meno recenti. Sequenze esplosive si sono verificate lo scorso anno, il 24 aprile, il 7 e il 18 marzo. E nel corso del 2017, il 1 dicembre, il 1 novembre, il 23 ottobre e il 26 luglio. Il 30 dicembre 2002 l'attività del vulcano ha causato una frana che, a sua volta, ha generato un'onda anomala di circa venti metri, causando feriti, danni a diverse imbarcazioni e ha fatto scattare il piano di evacuazione dell'isola. Il maggior pericolo delle eruzioni dello Stromboli, infatti, è legato al rischio tsunami. Di recente uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha documentato ben tre tsunami che nel Medioevo hanno raggiunto le coste della Campania. Stando ai ricercatori, sarebbero avvenuti nel periodo compreso fra il 1343 e il 1456. Il principale dei tre maremoti è stato quello del 1343 e, secondo gli esperti, è quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli e Amalfi.
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