Mercoledì 13 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Cronaca

Stretta sui femminicidi. Nordio: norme più severe. E in caso di vittima incinta ipotesi duplice omicidio

Dall’arresto anche fuori dalla flagranza all’inasprimento delle pene. La senatrice di Forza Italia Ronzulli annuncia una proposta di legge:. "Non basta l’accusa di interruzione di gravidanza senza consenso"

Roma, 8 giugno 2023 – Norme "estremamente severe", per dirla con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio con misure cautelari "rafforzate perché la legislazione è buona ma i femminicidi non calano", come invece ha sottolineato un’altra ministra Eugenia Roccella. Come previsto, ieri il consiglio dei ministri ha dato il via libera a un disegno di legge che dopo gli ultimi, laceranti fatti di cronaca, prova a dare una risposta sul piano legislativo alla lotta alla violenza di genere.

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Oggi, tuttavia, il Pd presenterà un suo pacchetto di misure, per voce della segretaria Elly Schlein, mentre il M5s ha chiesto ieri che in Parlamento ci sia "una legge condivisa – ha detto la deputata Stefania Ascari – con ampio confronto in Parlamento". Confronto che, a parere della forzista Licia Ronzulli, dovrà prevedere anche una nuova tipologia di reato: "Stiamo lavorando a una proposta di legge per configurare il duplice omicidio nel caso venga uccisa una donna che aspetti un bambino". La battaglia parlamentare sul testo, dunque, si annuncia ricca di colpi di scena, ma l’obiettivo è comunque quello di fare presto perché serve una "stretta" dicono fonti dell’Esecutivo "perché il fenomeno va arginato". Non a caso ieri il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ribadito la sua intenzione di promuovere una manifestazione non "di parte" ma "corale", fatta di soli uomini: "Ne parlerò alla prossima riunione dei presidenti di gruppo al Senato", ha promesso.

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Intanto, il testo approvato ieri in cdm ricalca l’attuale normativa esistente, quella del Codice Rosso varata nel 2019, ma le pene previste sono inasprite, aumentate le limitazioni e aggiunto l’uso di mezzi coercitivi (braccialetto elettronico) che potrebbero avere – si sostiene, con un pizzico di ottimismo – anche effetto deterrente. È previsto – infatti – "il divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, frequentati abitualmente dalle persone cui occorre prestare protezione, e di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e da tali persone". Se "sussistono motivi di particolare gravità", il presidente del Tribunale può disporre la sorveglianza con braccialetto elettronico. Chi contravviene al divieto di avvicinamento "è punito con la reclusione da uno a cinque anni ed è consentito l’arresto anche fuori dai casi di flagranza".

Il ddl prevede anche norme per rendere più spediti i procedimenti che avranno "trattazione prioritaria". Quindi "il pm, effettuate le indagini ritenute necessarie, valuta, senza ritardo e comunque entro trenta giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari" e il giudice decide "con ordinanza da adottarsi entro il termine di 30 giorni dal deposito dell`istanza cautelare presso la cancelleria". Per monitorare il rispetto dei tempi, il procuratore generale presso la Corte di Appello ogni tre mesi acquisisce dalle procure della Repubblica i dati sul rispetto dei termini. Prevista, all’articolo 5, "la specializzazione" dei magistrati "nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica".