Venerdì 23 Agosto 2024

Strangola l’ex moglie nel sonno fingendo il suicidio. Ma il cellulare lo incastra: 42enne accusato di omicidio

Chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo di Abano Terme, in provincia di Padova. La notte del delitto fu lui a chiamare il 118: la 39enne fu trovata esanime in bagno, con la cintura intorno al collo

Registra l'audio della sua morte, in cella l'ex marito

Nicoleta Rotaru, la 39enne trovata morta nella sua abitazione di Abano Terme (Padova)

Padova, 24 agosto 2024 – Uccide l’ex moglie strangolandola nel sonno, poi inscena un suicidio per nascondere il delitto. Ma, a smantellare la messinscena e ad incastrare l’uomo – il 42enne Erik Zorzi, camionista padovano – è stato l’audio del cellulare della vittima: la 39enne aveva lasciato acceso il registratore del telefono, forse per provare cosa accadeva in quella casa di notte.

La donna – Nicoleta Rotaru, una 39enne di origine moldave – era stata trovata morta nel bagno nella sua casa di Abano Terme, nel Padovano. Era il 2 agosto del 2023. Ora, a un anno di distanza di un anno, è stato chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo quella terribile notte aveva chiamato i soccorsi fingendo il suicidio della convivente. L’udienza preliminare si terrà il 17 settembre al tribunale patavino.

L’accusa di omicidio aggravato

L'uomo – che si trova in custodia cautelare in carcere di Padova dal marzo scorso, quando è stato arrestato dai Carabinieri su mandato del gip – è sospettato di aver messo in scena il finto suicidio della donna con cui all'epoca ancora conviveva, una 39enne moldava, e dalla quale ha avuto due bambine, ancora in tenera età.

Secondo gli investigatori, la versione fornita dall'uomo non torna. All'alba del 2 agosto, fu lui a chiamare il 118, dicendo che la donna si era chiusa in bagno dall'interno e non gli rispondeva. I sanitari la trovarono rannicchiata nel box doccia esanime e con una cintura stretta al collo.

L'iniziale ipotesi di un suicidio dovuto a un periodo difficile, come sosteneva l'ex marito, sono state smentite anche dai familiari e dai conoscenti della 39enne, che invece hanno portato alla luce un quadro di tensioni familiari. Il 24enne è accusato di omicidio aggravato.

La svolta nelle indagini

La svolta decisiva è arrivata dalle analisi tecniche sul cellulare della vittima che, nella notte fra il 1 e 2 agosto, aveva tenuto acceso il registratore del suo cellulare captando tutte le fasi del suo omicidio e della messinscena del suicidio da parte dell'ex marito.

L’audio del cellulare

A riscrivere completamente il copione della vicenda è stato il cellulare che la donna aveva acceso durante l'ultimo litigio. Le continue rimostranze del marito, per le quali erano già intervenuti i militari, riguardavano soprattutto il fatto che Nicoleta avesse trovato un nuovo compagno e un nuovo orizzonte di vita.

Già in passato l'uomo aveva picchiato la moglie proprio per questo motivo. Nella registrazione si sente il diverbio sempre più furioso tra i due, in un crescendo di frasi offensive e umilianti, e poi i rumori inequivocabili di ansimi, di una lotta fisica, che gli investigatori hanno ritenuto compatibili con un'azione omicidiaria.

Il delitto: strangolata nel sonno

Secondo gli inquirenti, quella sera, dopo una furiosa lite a causa alla sua gelosia, il 42enne aveva approfittato del fatto che la donna si fosse assopita a letto e, sorprendendola nel sonno, l'aveva strangolata con una cintura per poi trascinarne il corpo nel bagno e inscenarne il suicidio.

Ulteriori accertamenti fatti nell'abitazione hanno poi permesso di scoprire che, con la necessaria perizia, era possibile rimuovere e riposizionare il pannello centrale della porta del bagno, circostanza che avrebbe quindi potuto consentire di uscire dal locale nonostante la porta fosse chiusa dall'interno.