Bologna, 2 agosto 2024 – Scontro tra il presidente dei familiari vittime delle stragi Paolo Bolognesi e la premier Giorgia Meloni nel giorno della commemorazione della strage alla stazione di Bologna. La polemica arriva a 44 anni della strage che il 2 agosto 1980 causò 85 vittime e oltre 200 feriti, lasciando un solco indelebile nella memoria cittadina. Da una parte il primo che dal palco ha lanciato accuse come: “Le radici di quell'attentato, come stanno confermando anche le ultime due sentenze d'appello affondano nella storia del postfascismo italiano: Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo".
Strage di Bologna, 10 cosa da sapere
Immediata la risposta della premier Giorgia Meloni: “Colpita dagli attacchi a me e al governo che alimentano un pericoloso clima d’odio crescente”. E di nuovo la risposta di Bolognesi: “La finisca di fare la vittima. Ho visto altri fare le vittime durante i processi e poi sono stati condannati, le vittime sono gli 85 morti e i morti nelle altre stragi, che sono tutte fasciste. Non è una vittima, ma una che prende in giro le vittime”.
"Vorrei ricordare a Meloni che, innanzitutto, le vittime siamo noi, non è lei - torna sull'argomento Paolo Bolognesi -. Non credo di aver detto delle follie, non li ho accusati di aver fatto la strage - continua il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime - ma dico che quelli che hanno poi fatto la strage, per esempio la Mambro, viene dall'Msi o altri vengono dall'Msi". Bolognesi si dice anche "stupito in maniera notevole" dalla reazione di Meloni riguardo alle sue parole. E ha aggiunto: "Il discorso di Piantedosi è stato molto positivo e spero che le cose promesse (sui fondi per i parenti delle vittime, ndr) vadano in porto. Siamo disponibili per andare a Roma e parlare con lui nel dettaglio anche della legge sui ristori".
Fare la vittima attaccando il Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime nel giorno in cui si commemorano gli 85 morti e i 200 feriti dell'infame strage neofascista alla stazione di Bologna è un'operazione deplorevole". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, commenta le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Le sentenze sulla strage e la sua matrice neofascista ed eversiva accertano i fatti accaduti, altro che 'attribuiscono', come si legge nella nota di Palazzo Chigi. È incredibile ed è molto grave che nel giorno della commemorazione la Presidente del Consiglio decida di fare polemica e attaccare Paolo Bolognesi, il Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, ai quali ribadiamo sempre il nostro supporto e la nostra gratitudine per aver ostinatamente cercato la verità sin da quel 2 agosto di 44 anni fa, e per aver ottenuto, grazie anche alla tenacia di chi ha portato avanti indagini e processi, sentenze inequivocabili che ricostruiscono i fatti e accertano le precise responsabilità". "Chi amministra una comunità dovrebbe cucire le fratture, sanare le ferite, mentre Meloni fa il contrario: spacca, divide, mette gli uni contro gli altri. È evidente che non è in grado di guidare questo Paese", conclude.
Il leader dei famigliari delle vittime teme che le parole di Meloni superino quelle del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "Il ministro ha parlato come rappresentante del Governo ed è stato chiaro - sottolinea Bolognesi - se Meloni ora cambia tutto allora qui è qualcos'altro". Ad ogni modo, a margine della cerimonia, i parenti delle vittime hanno ribadito al titolare del Viminale la disponibilità a vedersi per affrontare le questioni care ai familiari, a partire dai problemi sulla riforma della legge per ristori e benefici a chi subì stragi e terrorismo. E Bolognesi confida che questa apertura alla disponibilità a discutere resti. Piantedosi "ha detto che ci chiamerà".
Paolo Bolognesi riunito con vari familiari, tutti molto colpiti dalle parole della premier e ribatte alla Meloni. "La prima cosa che dico è che le vittime siamo noi e non è lei. Se lei si colloca come vittima ha sbagliato tutto. La seconda: sarà il caso che rilegga il 'Piano di rinascita democratica" perché secondo Bolognesi, non riconoscere che la riforma della giustizia combacia con i disegni della P2, "vuol dire che abbiamo scherzato fino ad adesso. Direi che qui abbiamo un problema di non conoscenza".
"Diciamo 'no' a chi in ogni sede pensa di poter attenuare le responsabilità fin qui accertate o avviare operazioni di revisionismo o riscrittura di quanto accaduto e sancito dai Tribunali. Quei tentativi, sempre meno credibili, non passeranno", è il commento dell'attuale presidente della Regione Emilia Romagna Irene Priolo.
"Non solo ho vissuto allo stesso modo" di Giorgia Meloni le parole di Paolo Bolognesi, ma "mi sento offeso non solo come carica istituzionale ma soprattutto da bolognese". Così all'Ansa il viceministro Galeazzo Bignami (FdI) che questa mattina era sotto al palco per la commemorazione del 2 agosto commenta le parole del presidente dell'associazione vittime della strage del 2 agosto. Quella mattina di 44 anni fa Bignami era non distante dalla stazione di Bologna insieme a sua madre. "Ricordo il boato che squarciò l'aria bolognese, avevo 4 anni e 10 mesi. Affermare una continuità di qualsiasi tipo di chi ha fatto quella cosa lì, atroce, schifosa e chi oggi è esponente di destra ed è di Bologna è una cosa inaccettabile. Mette a repentaglio l'incolumità delle persone. Ho già parlato col questore. Non credo sia casuale che dopo che mi sono allontanato dalla piazza per le celebrazioni oggi mi abbiano rivolto insulti e offese. Un ragazzo mi ha urlato 'fascista di m...', un altro si è fatto il segno di tapparsi il naso... questa è anche la mia città. Mi sono sentito esposto, violato".
"Invito Meloni a leggere il piano di rinascita democratica, per rendersi conto. Ha sempre detto che l'Msi è il suo partito di formazione, si legga allora la sentenza Bellini, che ha detto di aver lavorato per Almirante e ne ha fatte di cotte e di crude". Così Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980 risponde alla presidente del Consiglio che si è detta colpita dagli attacchi arrivati dallo stesso Bolognesi, dal palco di piazza Medaglie d'oro.
Alla fine, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è costretta a riconoscere, anche se timidamente, la matrice fascista della strage di Bologna perché sono le sentenze della magistratura a dirlo. Ma nel giorno in cui si ricordano le 85 vittime e gli oltre 200 feriti di quel 2 agosto 1980 ha pensato bene di attaccare il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi per quello che ha detto in piazza. Vogliamo sottolineare che il presidente Bolognesi ha detto parole che condividiamo che dovrebbero far riflettere chi oggi ricopre nel Paese funzioni Istituzioni e di Governo così rilevanti. Apprezzabile invece era stato l'intervento del ministro Piantedosi". Così Sandro Ruotolo della Segreteria nazionale del Partito democratico e Andrea de Maria e Walter Verini parlamentari Pd.
"Giorgia Meloni la finisca di fare la vittima. Ho visto altri fare le vittime durante i processi e poi sono stati condannati, le vittime sono gli 85 morti e i morti nelle altre stragi, che sono tutte fasciste. Non è una vittima, ma una che prende in giro le vittime". Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari vittime della strage di Bologna, reagisce così, al telefono con l'Ansa, alle parole della premier.
Il cardinale Zuppi, "Siamo tutti familiari delle vittime e per certi versi siamo anche tutti sopravvissuti". Durante l'omelia, il presidente Cei cita anche la guerra nella Striscia di Gaza e l'esperienza del recente pellegrinaggio in Terra Santa. La memoria della strage alla stazione di Bologna, sostiene Zuppi, "ci ha aiutato a ricordare anche le altre stragi che hanno insanguinato il nostro Paese. Questo dolore ci ha reso più sensibili a tanti altri dolori. Come ci ha detto la mamma di un ostaggio israeliano ancora nelle mani di Hamas, non c'è una classifica dei dolori. E ha detto anche: 'Non voglio che il mio dolore crei altro dolore'. Se venisse ascoltata...".
"Se gli autori fascisti della strage volevano terrorizzare per dividere, per imporre il loro ordine, con complicità inquietanti e purtroppo non chiarite, la reazione è stata quella che permette sempre di affrontare il male: la solidarietà. E' la forza che non fa arrendere di fronte ai poteri e ai pensieri occulti, che sono sempre anticristiani perché contro la persona". A dirlo è il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente Cei, nel corso della messa celebrata come ogni anno in suffragio per le vittime della strage. Ricordare quei fatti, afferma Zuppi, "ci aiuta a sentirci comunità, a non scappare e a non fare finta. E colpisce sempre come si ricrea quella solidarietà sorta immediatamente di fronte alla strage". Fare memoria, dice ancora il cardinale, "ci fa vivere in maniera più consapevole e responsabile. Non si perda l'orrore di quella violenza".
"La strage alla stazione di Bologna ha segnato in modo indelebile la storia della nostra Nazione. Un atto terroristico devastante perpetrato, così come stabilito dai nostri tribunali, da organizzazioni neofasciste". Lo scrive su X la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo. "Il 2 agosto del 1980 persero la vita 85 vittime innocenti e mi unisco al dolore dei familiari che in tutti questi anni non si sono mai arresi", continua. Poi la presidente Colosimo aggiunge: "Credo che mettere a disposizione gli atti declassificati, così come sta facendo il governo, sia il modo migliore per perseguire verità e giustizia. Non ho alcuna intenzione di rispondere agli attacchi personali di queste ore, perché non intendo alimentare alcuna polemica. La risposta è anagrafica: sono nata nel 1986".
"La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l'Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime. Ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia. A loro va, inoltre, il ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità. Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti, sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato". Lo scrive in un messaggio in occasione del 44esimo anniversario della strage, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Credo che, in questo clima di crescente odio - dice la premier Giorgia Meloni - le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all'interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura".
"Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo. Sostenere che le "radici di quell'attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo", o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. Ed è pericoloso, anche per l'incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione". Lo scrive Giorgia Meloni in un messaggio per la strage di Bologna.
"Ricordare quanto accaduto a Bologna 44 anni fa è un dovere dello Stato. Per onorare la memoria di 85 vittime innocenti, per la verità che i loro familiari ancora cercano. Perché l'eversione e lo stragismo, di qualsiasi matrice, non possano mai sovvertire la democrazia e la libertà". Lo scrive su X il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani.
"La strage di Bologna è una ferita ancora aperta nella nostra storia. Come ogni anno, la città e l'Italia intera rinnovano la dimostrazione di una straordinaria dignità e forza nel percorso di memoria e giustizia. La mia vicinanza e il mio pensiero vanno alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che portano ancora i segni di quel terribile 2 agosto di sangue". Lo ha scritto su "X" la ministra dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini nel 44esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna.
"Non sono mai andato sul palco delle commemorazioni della strage della Stazione di Bologna". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e trasporti, Galeazzo Bignami, partecipando alle celebrazioni a Bologna per il 44/o anniversario della strage del 2 agosto 1980. "Ho scelto io - ha spiegato - di stare dietro il palco, dove non salgo mai. Ho incontrato un po' di sindaci, di amministratori".
"Bisogna ricercare sempre la giustizia. Questo è l’unico modo con cui si cura la memoria, altrimenti la memoria, accompagnata da un dolore così terribile e tragico, può diventare odio o vendetta. La memoria va sempre curata con la giustizia e con l’amore, quello per esempio che non è avvenuto con due altre stragi” che il cardinale ricorderà durante la messa, ossia l’Italicus e di San Benedetto Val di Sambro. Al contrario “qui tutta la città si è presa carico di questa strage e ne ha fatto una memoria di tutti. Tanta insistenza anche che ha prodotto tanti frutti di giustizia, in altri casi no. Una sofferenza in più per le vittime e per tutti noi”
Strage 2 agosto 1980, alla deposizione delle corone in stazione, a 44 anni dal tragico attentato che fece 85 vittime e 200 feriti, anche il cardinale Matteo Zuppi.
"Colpire Bologna voleva dire colpire la possibilità che l'Italia determinasse democraticamente il proprio futuro, la possibilità dei cittadini di scegliere liberamente chi potesse e dovesse governarli. Gli attentanti, non solo quello della Stazione di Bologna dovevano generare terrore, oltre all'orrore. La paura di essere colpiti in qualunque luogo, in qualunque momento. Doveva convincere i cittadini a cedere porzioni di libertà in cambio di una maggiore sicurezza. In questa chiave va anche letta la strage, il tentativo attraverso la violenza di allontanarci dalla piena democrazia".Così il sindaco Matteo Lepore, in un passaggio del suo intervento dal piazzale della stazione. "La conferma in appello della sentenza mandanti non solo ci avvicina al riconoscimento definivo delle responsabilità di Paolo Bellini, ma cristallizza e conferma un quadro probatorio solido, costruito con un lavoro minuzioso della Procura e degli avvocati di parte civile, e dell'associazione dei familiari delle vittime". "Un lavoro straordinario, che ha visto magistrati e familiari lavorare attivamente per ricostruire responsabilità e verità. Una ricostruzione complessa perché arriva al riconoscimento giudiziario a 44 anni dalla strage. Ora, però, tocca al Paese. Tocca all'Italia riconoscere quanto è successo alla stazione di Bologna".
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore dal palco in stazione va in pressing sul governo: "Dopo anni di balletti su terminologie e coperture finanziarie, i parenti delle vittime della strage non hanno ancora ricevuto i risarcimenti".
Dopo i tre fischi del treno e il minuto di silenzio per le 85 vittime della bomba della stazione, tra gli applausi anche un urlo: "Mandiamoli a casa", in riferimento al governo.
Il sindaco Lepore, nel suo discorso, annuncia che consegnerà la Turrita d’argento alle presidenti Daria Bonfietti e Rosanna Zecchi e al presidente Paolo Bolognesi. “Siete volto di una parte importante di Bologna. Avete rappresentato centinaia di famiglie, avete sacrificato affetti ed energie per fare in modo che la verità venisse a galla”.
Alle 10,25 in punto il triplice fischio del treno per ricordare l'esplosione che 44 anni fa fece 85 vittime e 200 feriti: Prima il commosso silenzio dei cittadini poi il lancio in cielo dei palloncini bianchi e rossi e l'applauso sentito di tutta la città.
Tutti fermi sul campo di Valles, tifosi in silenzio: il ricordo della strage alla stazione arriva anche a Valles, dove i rossoblù sono in ritiro: il minuto di silenzio seguito da un applauso commosso alle 10,25, orario in cui, nel 1980, esplose la bomba che causò 85 vittime e squarciò per sempre il cuore della città.
"La matrice neofascista della strage è una verità che fa ancora paura. Giorgia Meloni ha parlato di vigliaccheria, ma si è guardata bene di nominare la matrice fascista sulla strage di Bologna", dice Bolognesi in piazza Medaglie d'oro. Parole che raccolgono grandi applausi anche quando Bolognesi parla di "strategia della censura" citando parte del monologo dello scrittore Antonio Scurati che non venne mandato in onda dalla Rai.
"Alle 10.25 del 2 agosto di 44 anni fa, alla stazione di Bologna, l'Italia viveva una delle sue pagine più buie: una bomba esplode, 85 tra donne, uomini e bambini perdono la vita. Una ferita profonda nel cuore dell'Italia e degli italiani che rimane aperta ancora oggi. È fondamentale tenerne viva la memoria affinché drammi del genere non ricapitino mai più". Lo scrive su X il vicepremier e ministro Matteo Salvini.
Bolognesi attacca la nomina "inopportuna" del governo di Chiara Colosimo alla presidenza della Commissione antimafia, "che si è fatta ritrarre con Ciavardini". Tanti gli applausi
Alle 10.06 dal palco di piazza Medaglie d'Oro prende la parola il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi: "La strage è stata eseguita da terroristi fascisti. Sappiamo la verità e abbiamo le prove".
"Per questi manovali del terrore", cioè i Nar condannati in via definitiva per la strage di Bologna "gli anni comminati dalle Corti di giustizia non sono un problema: basti pensare ai nove e otto ergastoli meritati da Mambro e Fioravanti, che nella pratica si sono trasformati in due mesi scontati per ogni morte causata. E questo senza pentirsi, senza dissociarsi, senza mai minimamente collaborare con la giustizia. È bastato non parlare. Evidentemente, il loro silenzio vale oro, ancora oggi". Lo ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980, nel discorso per il 44esimo anniversario.
E' "molto importante che il ministro dell'Interno Piantedosi abbia sottolineato oggi, durante la cerimonia per il 2 agosto, l'impegno del Governo per l'approvazione della legge per le vittime del terrorismo, di cui sono primo firmatario alla Camera. Si tratta di riconoscere diritti che aspettano da troppi anni e di rispondere ad un vero e proprio dovere morale delle Istituzioni". Lo evidenzia Andrea De Maria, deputato bolognese del Pd e da anni impegnato sulla partita della legge per i benefici delle vittime.
"La strage di Bologna del 2 agosto 1980 è e rimarrà per sempre una data impressa nella nostra mente". Così sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Alle ore 10.25 di quel maledetto giorno - aggiunge - un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d'attesa della stazione centrale togliendo la vita a 85 persone e causando oltre 200 feriti. Un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista. Alle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo desidero rinnovare la mia vicinanza e rivolgere il mio ringraziamento per l'instancabile opera di sensibilizzazione. Tramandare i valori di libertà e democrazia è un impegno imprescindibile e allo stesso tempo è di fondamentale importanza proseguire l'opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d'inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo".
"I morti, le immagini della Stazione di Bologna devastata, l'attacco feroce alla convivenza degli italiani, hanno impresso un segno indelebile, il 2 agosto 1980, nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano. La memoria non è soltanto un dovere ma è l'espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell'unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune".
"Siamo sempre accanto ai familiari delle vittime perché arrivino i fatti. E' assurdo che dopo 44 anni stiamo ancora aspettando piena verità, piena giustizia e piene risposte su quanto è accaduto". A dirlo è la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, a Bologna per la commemorazione della strage del 2 agosto 1980. "Bologna non dimentica - dice Schlein, davanti allo storico bus 37 in stazione - è un corteo molto partecipato, sempre molto emozionante perché è una città che si rimette in cammino, un'intera comunità al fianco dei familiari il cui impegno sta portando a risultati concreti, insieme a quello di chi ha portato avanti indagini e processi qui a Bologna". In questo anno, sottolinea Schlein, sono arrivate "novità importanti: c'è stata la conferma dell'ergastolo per Cavallini e Bellini e la conferma dei depistaggi". Per la leader dem è "una risposta ancora più forte a chi ha provato a riscrivere la verità dei fatti: una strage vile, di matrice neofascista, con intenti eversivi. Questo è quello che è accaduto a Bologna e siamo qui anche per trarre lezioni da questo passato che non passa, anzitutto per i familiari delle vittime e per la comunità bolognese, emiliano-romagnola e per l'Italia intera, che merita verità e giustizia".
Dopo l'intervento del ministro Piantedosi a Palazzo d'Accursio, una breve protesta di una persona dalla platea: "Ministro, chiarisca il ruolo della Nato nella strage del 2 agosto. Non venga qui solo a fare passerelle".
Al corteo verso la stazione anche Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, e candidato del centrosinistra alle prossime Regionali: "Piantedosi ha definito la strage neofascista. Questa è una notizia, considerando il governo di cui fa parte".
Nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio anche Elena Ugolini, candidata civica sostenuta dal centrodestra alle prossime Regionali. "Il primo agosto ero alla Stazione dovevo partire per un corso di teatro: avevo 20 anni. Questo dimostra che questa strage poteva colpire tutti". La preside, nel ricordare la matrice neofascista dell'attentato ("è acclarata tramite sentenza e su questo non ci sono dubbi") non ha partecipato al corteo ma sarà alla Messa con il cardinale Matteo Zuppi.
Irene Priolo, presidente della Regione, prima della partenza del corteo: "Hanno cercato in tutti i modi di nascondere la verità ma hanno fallito".
La parata ha svoltato su viale Pietramellara, pronta a terminare in piazza Medaglie D’Oro, dove c’è già l’autobus 37 e l’autogru Cristanini. All’arrivo del corteo in piazza Medaglie d'Oro uno scroscio di applausi riempie la stazione. Tante persone, infatti, hanno atteso qui l’ultima tappa del corteo
Migliaia di persone, nonostante il caldo da bollino rosso, sono in piazza Medaglie d'oro per commemorare i 44 anni dall'attentato del 2 agosto 1980 in stazione. Applausi hanno scandito il corteo durante il percorso dal Comune e anche persone si sono affacciate dalle finestre delle case per salutare e applaudire. Hanno sfilato i parenti delle vittime, decine di sindaci in fascia tricolore, rappresentanti di forze dell'ordine e di soccorso dietro l'autobus numero 37 e la gru dei vigili fuoco, due mezzi simbolo dei soccorsi. Ma anche tanti cittadini di ogni età, fra loro anche Patrick Zaki, per dimostrare che Bologna non dimentica, come recita il grande striscione. Bologna e non solo, perché persone sono arrivate, come ogni anno, da molte parti d'Italia.
"La strage di Bologna ci ricorda che la pace e la sicurezza e la democrazia non sono conquiste scontate, ma valori che vanno difesi e promossi quotidianamente, per farlo dobbiamo essere uniti contro ogni forma di odio e intolleranza e ribadire con forza il nostro rifiuto al fascismo e totalitarismo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, durante l'incontro i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980 a Palazzo d'Accursio a Bologna. "Viviamo in un momento in cui nel mondo sembra delinearsi una minaccia ai valori di libertà e democrazia che sono alla base di pace e convivenza civile, scolpiti nella nostra carta costituzionale".
"Con profondi sentimenti di solidarietà, 44 anni dopo l'attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani. A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda la strage.
di Bologna.
Il sindaco Matteo Lepore ricorda l'importanza di questo 44esimo anniversario della bomba alla stazione, facendo appello alla "libertà di stampa perché verità e giustizia siano alla portata di tutti".
Alle 9 il corteo attraversa l’incrocio con via Irnerio. Tantissime le persone che si sono accodate. Tante anche le personalità politiche e istituzionali al fianco dei sopravvissuti e dei familiari. Da Elly Schlein a Michele de Pascale, fino al rettore Giovanni Molari e al presidente della comunità Ebraica Daniele De Paz. Chi passeggia sotto i portici applaude vedendo la manifestazione passare. Una solidarietà che coinvolge tutta la comunità.
Il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, che parla di "strage neofascista", conferma il sostegno dell'esecutivo: "Lo Stato c'è. Vogliamo accelerare i progetti di legge per aumentare la platea dei beneficiari per gli aiuti. Il disegno di legge ha ampia condivisione di tutte forze politiche e l'appoggio del governo".
"Conosciamo la verità. E abbiamo le prove". Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei famigliari delle vittime, nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, ricorda le ultime sentenze sulla strage della stazione del 2 agosto 1980. E prima del corteo, nel ricordare la matrice fascista della strage, "chiama" il governo a garantire il massimo impegno per completare la legge sui risarcimenti per i famigliari delle vittime.
Tra le istituzioni presenti, anche l'eurodeputato ed ex governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la segretaria dem Elly Schlein, la presidente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in rappresentanza del governo. Per la Città metropolitana sarà presente la consigliera delegata Sara Accorsi.
"Desidero ringraziare tutte le staffette podistiche, le associazioni, le scuole, i volontari della memoria e i tanti gruppi che si sono impegnati per raccontare cosa è stato e il valore della memoria - ha detto il sindaco Lepore - e per portare ovunque nel territorio la consapevolezza di cosa significa vivere in questa città e lottare ogni giorno per la verità e la giustizia".