Domenica 1 Settembre 2024
LAURA LANA
Cronaca

Strage di Paderno, sui social le foto da famiglia unita: il lavoro, la scuola e le vacanze insieme. Amici sconvolti: “Erano perfetti”

Il 51enne Fabio aveva ereditato la ditta edile dal papà e aveva costruito il complesso residenziale di via Anzio. La moglie per anni aveva gestito un negozio. Diceva sempre: “I miei ragazzi? Bravi nello studio e nello sport”

Paderno Dugnano (Milano), 2 settembre 2024 – “Avete presente la famiglia del Mulino Bianco? Ecco”. Li ricordano così gli amici più stretti. Fabio, Daniela e i loro due figli. Tutti impegnati nella città, per lavoro e passione. Tutti sportivi e sempre col sorriso. “Quando abbiamo letto le prime ricostruzioni, per noi era impossibile: Fabio era troppo innamorato di sua moglie”. Una famiglia unita, tra scuola, oratorio e una società di pallavolo di un Comune vicino, la Pcg Bresso Volley. Sempre insieme, a Paderno Dugnano, nelle trasferte sportive, in vacanza. Sui profili Facebook decine di foto, tutti sorridenti, al mare e in montagna.

Da sinistra, Daniela Albano, 49 anni, il figlioletto Lorenzo C., 12, il marito e imprenditore Fabio, 51, e l’altro figlio Riccardo, 17 anni, giocatore di pallavolo
Da sinistra, Daniela Albano, 49 anni, il figlioletto Lorenzo C., 12, il marito e imprenditore Fabio, 51, e l’altro figlio Riccardo, 17 anni, giocatore di pallavolo
Approfondisci:

Famiglia sterminata a Paderno, il 17enne è stato arrestato. Sequestrata l’arma: un coltello da cucina

Famiglia sterminata a Paderno, il 17enne è stato arrestato. Sequestrata l’arma: un coltello da cucina

"Daniela era una ragazza dolcissima e di una simpatia innata. Siamo cresciute insieme a Cinisello Balsamo, nelle case della cooperativa di via Mozart. Bambine, adolescenti e poi giovani donne: a vent’anni uscivamo a coppie, con i nostri fidanzatini”, ricorda l’amica Fabrizia Berneschi. “Era l’epoca delle grandi compagnie degli anni ’80: tutti i ragazzi tra via Paisiello e Corridoni si ritrovavano per stare insieme. Sono legami che non si sono mai rotti”. Ieri, per tutta la giornata, quel gruppo si è ritrovato al cellulare a consolarsi. “Abbiamo ricevuto telefonate anche da persone che avevamo perso con gli anni. Questa tragedia ci ha sconvolto”. Fabrizia aveva incontrato Daniela poco tempo fa. “Ci eravamo messe a parlare dei nostri figli, come sempre. Lei era veramente contenta di Lorenzo e Riccardo. ‘Sono dei bravi ragazzi, sono impegnati, vanno bene a scuola’, mi aveva raccontato. Di Riccardo era particolarmente orgogliosa proprio perché era tanto portato per lo studio. Io nel gruppo sono sempre stata la secchiona: a lei piaceva meno stare sui libri e questo figlio era proprio la sua rivincita”.

Per diversi anni Daniela, a Cinisello, aveva lavorato come commerciante: aveva aperto un negozio di intimo in via Libertà, in centro storico. “Fabio era di Paderno, quindi poi si era trasferita. Erano una coppia bellissima, molto affiatata. Un’altra nostra amica, che lavora in supermercato, l’aveva incontrata a fare la spesa: stava organizzando la cena di compleanno di Fabio di sabato sera”. In via Anzio, dove ha trovato la morte assieme al marito e al figlio 12enne, viveva in una villetta nel quartiere residenziale di Incirano. Quel complesso lo aveva costruito proprio Fabio con la sua impresa edile. Generazioni di costruttori, con il testimone preso dal padre che, a sua volta, lo aveva ricevuto dal nonno. Una vita in famiglia, vicino ai suoceri e ai cognati, i cui figli andavano a scuola con i suoi.

"Lei era molto attiva a scuola, con i comitati genitori e i docenti. La famiglia è stata sempre molto presente nella vita della città – spiega la preside della scuola Allende e vicesindaco Antonella Caniato –. Anche Riccardo ci aveva dato una grande mano a giugno per l’organizzazione della commemorazione dedicata a Paolo Borsellino”. Impegno civile e civico, pomeriggi in oratorio e poi la passione per la pallavolo. “Entrambi i fratelli giocavano con noi da anni – racconta Marco Tagliabue, presidente della polisportiva di Bresso –. Poi anche il padre aveva iniziato a frequentare di più la nostra società, a dare una mano attivamente come fanno tanti genitori ed era diventato un dirigente sportivo. Durante le partite faceva anche da segnapunti. Siamo rimasti atterriti da quello che è successo”.