Mercoledì 4 Settembre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

Strage di Paderno, smartphone e pc di Riccardo al setaccio per cercare una risposta al massacro

Oggi l’interrogatorio del 17enne che “da tempo covava quel malessere”. Il difensore pronto a nominare un consulente per la perizia psichiatrica. I pm: “Strage pianificata, genitori intorpiditi dal sonno”. Premeditazione da riconoscere

Il pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, titolare dell’inchiesta sulla strage e la famiglia in un momento felice

Il pm della Procura della Repubblica per i minorenni, Sabrina Ditaranto, titolare dell’inchiesta sulla strage e la famiglia in un momento felice

Milano, 4 settembre 2024 – Si cerca la spiegazione di una strage nei computer, negli smartphone, negli ultimi contatti. Con il nuovo sopralluogo di ieri nella villetta di Paderno Dugnano, dove nella notte tra sabato e domenica scorsa il 17enne Riccardo C. ha ucciso padre, madre e fratello di 12 anni, gli investigatori hanno portato via per analizzarlo un computer fisso.

Un computer che non era stato preso quando nei giorni scorsi, nell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura per i minori di Milano, erano stati portati via altri dispositivi informatici. Su quello e su tutti gli altri dispositivi, tra tablet, telefoni e pc, che sono stati sequestrati, verranno effettuate le analisi, anche per cercare eventuali messaggi o ricerche on line che possano semmai chiarire le ragioni della strage. Accertamenti cosiddetti “irrepetibili” e, dunque, nelle prossime ore gli inquirenti notificheranno anche alla difesa l’atto per fissare l’inizio delle operazioni, per dare la possibilità di nominare eventuali consulenti. La stessa Procura, diretta dalla facente funzione Sabrina Ditaranto, notificherà l’atto di fissazione delle autopsie.

L’interrogatorio

Anche Ditaranto e la pm Elisa Salatino, titolari delle indagini, parteciperanno oggi all’interrogatorio del 17enne, che sarà sentito dalla gip Laura Margherita Pietrasanta nel carcere minorile Beccaria. “Io non ho riflettuto perché, se avessi riflettuto, non lo avrei fatto. Ho agito di impulso”, dice il ragazzo, che ieri ha ricevuto un’altra visita da parte del suo legale Amedeo Rizza.

Parole che ricalcano quelle dette l’altroieri sempre all’avvocato, ma anche ai pm nel secondo interrogatorio, sostenendo che “covava quel malessere esistenziale da tempo”, ma che mai avrebbe pensato che l’avrebbe portato ad uccidere i suoi cari. Voleva emanciparsi, essere “libero”, si sentiva “estraneo al mondo”, ma il pensiero di “ucciderli” gli è scattato ed è “esploso quella sera”, dopo la festa di compleanno del padre.

Le coltellate

Un pò diverse erano state le dichiarazioni di domenica, quando il ragazzo aveva spiegato che quel pensiero gli girava in testa da qualche giorno. “Ora - ha spiegato l’avvocato - è dispiaciuto non per sé, perché sa che dovrà affrontare una situazione carceraria, ma per le vite che non ci sono più, perché adesso lo capisce”. Un primo esame del medico legale ha evidenziato 68 ferite sui corpi in totale, la maggior parte del coltellate sferrate al fratellino, e al collo. Poi, saranno le autopsie, da fissare, a fare chiarezza sul numero esatto dei fendenti. “Non si è reso conto - ha aggiunto il difensore -. Sono tante, sì. Anche quello potrebbe rappresentare il fatto che non era in sé”.

La perizia

La difesa nominerà un consulente in vista di una richiesta di perizia, perché “solo un medico ci potrà dire se questo disagio” di cui il giovane ha parlato “sia in realtà un disturbo più grave”. Un vizio di mente, in sostanza, che l’avrebbe reso incapace di intendere e volere. La procuratrice facente funzione per i minori, Sabrina Ditaranto, e la pm Elisa Salatino, intanto, hanno chiesto la convalida dell’arresto e la custodia nel carcere minorile per triplice omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Con l’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato. Per la Procura minorile avrebbe pianificato la strage, come si legge negli atti, aggredendo il fratello mentre dormiva e poi “i genitori ancora intorpiditi dal sonno”, entrati uno dopo l’altro nella camera dei figli per tentare di salvare il bambino.

I nonni 

Gli altri familiari, comunque, cercano di stringersi attorno al 17enne. “Non lo abbandoneremo mai, gli staremo sempre vicino”, ripete il nonno materno, malgrado il “dolore per la perdita” anche di sua figlia e dell’altro nipote e il fatto che non si riesca “a spiegare quello che è accaduto”. I nonni vogliono vederlo e lui vuole incontrarli e chiede pure degli zii. Non potrà farlo, però, prima dell’udienza di convalida di domani nella quale, come ripete il difensore, parlerà ancora cercando di fornire altri dettagli sulla dinamica e sui motivi, se ce ne sono, dell’atrocità che ha commesso.

“Alterna un racconto apparentemente tranquillo a momenti di pianto a dirotto”, ha spiegato il legale. Mentre il Tribunale di Monza ha nominato per lui un tutore legale, l’avvocatessa Michela Malberti, che è anche presidente dell’Ordine degli avvocati di Monza. Sul caso è intervenuto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Nelle perizie psichiatriche, dove la domanda era se il tizio fosse socialmente pericoloso, la risposta era ‘sì’ e invece quell’uomo si comportava bene - ha spiegato -. E tante volte la risposta era ‘nò e il giorno dopo usciva e commetteva un’altra strage. Purtroppo bisogna prendere la realtà per quella che è: la mente umana è insondabile”.