Martedì 3 Settembre 2024
SIMONA BALLATORE
Cronaca

Strage Paderno Dugnano, i compagni di scuola: "Aspettavamo Riccardo. Doveva recuperare il debito in matematica"

Tra la casa della tragedia e l’istituto frequentato dai fratelli ci sono 500 metri. La preside: "Stiamo coinvolgendo gli psicologi, sarà dura tornare in aula"

Paderno Dugnano, 3 settembre 2024 – Primo settembre, il capodanno della scuola. "Ma come si fa a parlare di ripartenza qui?". La casa della strage è circondata dalle scuole che hanno visto crescere due fratelli, Lorenzo e Riccardo. Tutti sono sotto choc. Ci sono i ragazzi che arrivano alla spicciolata all’istituto Gadda di Paderno Dugnano per riparare il debito di Matematica, lo stesso che avrebbe dovuto recuperare pure Riccardo, oggi in un’ala del carcere minorile Beccaria, in attesa dell’udienza di convalida, accusato di omicidio premeditato per avere accoltellato prima il fratellino, poi entrambi i genitori. A 500 metri ci sono gli insegnanti dell’istituto Allende, che hanno già un punto all’ordine del giorno faticoso da affrontare durante il loro primo collegio docenti: "Capire come gestire l’emergenza. Perché siamo in questa fase qui. Poi ci sarà il momento dell’elaborazione del lutto e del ricordo", sottolinea la preside, Antonella Caniato.

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Sguardi provati e increduli ai cancelli dell’istituto superiore padernese, poca voglia di parlare: "Lo incrociavamo nei corridoi, la sua classe era al piano meno 1, frequentava il liceo scientifico – raccontano alcuni ragazzi di seconda –. Sappiamo che era tra i più bravi della sua classe". "Il debito di Matematica? E chi non lo ha? Conti quanti siamo qui e ci saranno più turni d’esame in questi giorni. È la materia più dura, ma non son questi i problemi", aggiunge una studentessa con la voce che trema. Cancello chiuso, massimo riserbo da parte dei professori: "Siamo tutti senza parole".

Al di là del fiume Seveso c’è l’istituto Allende che entrambi i fratelli hanno frequentato. "Il Comune di Paderno Dugnano si è già messo a disposizione, per coordinare un intervento con gli specialisti dell’Emdr, ovvero della psicologia dei disturbi post-traumatici – spiega la preside Antonella Caniato –. Non è un incidente, che già sarebbe un trauma da gestire, ma è una tragedia che toglie il fiato, che pensi non passa capitare mai, a maggior ragione ai nostri ragazzi, alle nostre famiglie". Le due scuole sono in contatto. "Entro giovedì prevediamo un primo intervento con gli psicologi per gli insegnanti, che ne hanno bisogno, siamo tutti molto provati – continua la preside –. Poi bisognerà capire come intervenire quando rientreranno i ragazzi e in particolare la seconda C, la classe di Lorenzo. Vedremo se ci sarà bisogno di estendere il progetto alle altre classi e come coinvolgere anche le famiglie. Siamo una piccola comunità, un paese nella città. Poche parole, poco racconto, poco gossip, ma il tentativo di dare un senso e una spiegazione ai più piccoli". Ne avranno bisogno anche i più grandi.

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“Nessun segnale: le tante domande, che ci poniamo in queste ore tutti, non trovano risposte", confermano all’Allende mentre il ricordo viaggia a ritroso e si ferma a giugno, all’ultima volta che hanno visto Riccardo andare a prendere il fratellino a scuola, come faceva spesso. "Lorenzo era legatissimo a lui, lo vedeva come esempio nella scuola, nello sport, cercava di imitarlo", ricorda un professore oggi in pensione, Enzo Santagada, presidente dell’associazione antimafia Rita Atria. "Anche con l’associazione non lo dimenticheremo. Ci occupiamo di legalità: la prossima iniziativa la dedicheremo a questo ’male di vivere’ che travolge anche i giovani, in diverse forme, e che interroga tutti".