
La scena della strage in piazza della Loggia e Marco Toffaloni
Brescia, 3 aprile 2025 – Strage di piazza della Loggia, i giudici del tribunale dei minori di Brescia hanno condannato a 30 anni di carcere Marco Toffaloni, all’epoca minorenne, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’attentato che il il 28 maggio del 1974 ha causato 8 morti e 102 feriti. Toffaloni, oggi cittadino svizzero, col 'nuovo' nome Franco Maria Muller, mai presentatosi in aula durante il processo, il 28 maggio 1974 non aveva neanche 17 anni e per questo a distanza di 51 anni è stato giudicato dal tribunale dei minori. I giudici hanno accolto la richiesta della pm Caty Bressanelli, che aveva chiesto la condanna a trent'anni di carcere, il massimo previsto nei processi minorili.
Si tratta di una sentenza storica, dopo le condanne all’ergastolo nel 2017 di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, ritenuti i mandanti dell’attentato. Toffaloni per i pm (e ora anche per il giudice) era stato l'"esecutore materiale" della strage per avere messo nel cestino la bomba, di matrice neofascista, che uccise dieci persone, assieme a Roberto Zorzi, imputato in un processo in corso davanti alla Corte d'Assise. Toffaloni, militante di Ordine Nuovo, all'epoca aveva 16 anni.
In attesa di eventuali ricorsi e altri gradi di giudizio (questo è il processo di primo grado), comunque, la condanna rischia di rimanere virtuale. La Svizzera ritiene i reati prescritti e non è intenzionata a concedere l'estradizione.
Le richieste della difesa
La difesa aveva chiesto la sua assoluzione per non aver commesso il fatto o, in subordine, l'assoluzione per incapacità di intendere e di volere perché "non aveva la maturità di comprendere il disvalore sociale della partecipazione alle riunioni delle forze dell’ordine" durante le quali si sarebbe pianificato l'attentato oppure, in ulteriore subordine, che gli venga inflitto il minimo della pena con la concessione delle attenuanti generiche della minore età e "del particolare contesto politico nel quale l'imputato era stato strumentalizzato proprio da quegli appartenenti alle forze dell'ordine che avrebbero dovuto essergli da esempio".
Prima di ritirarsi in camera di consiglio, i giudici del Tribunale dei Minori di Brescia hanno respinto la richiesta dell'avvocato Marco Gallina, legale di Marco Toffaloni, di sentire Giampaolo Stimamiglio per le sue dichiarazioni nei giorni scorsi al 'Corriere della Sera' in cui ha affermato di avere ulteriori informazioni "importanti e molto interessanti" per gli inquirenti. "Ho altre cose da dire, che riguardano proprio e ancora la fase esecutiva dell'attentato bresciano - aveva detto nell'intervista -. Altra gente che avrebbe partecipato". I giudici hanno scelto di non sentirlo perché altri, eventuali responsabili non attengono a questo processo.
Legale famiglie delle vittime: “Sentenza importante”
“È una sentenza importante, un altro tassello messo a posto nel puzzle della ricostruzione della strage del 28 maggio 1974”. Così l'avvocato Federico Sinicato, storico legale di parte civile che rappresenta alcuni familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia, ha commentato ad askanews la sentenza che ha portato alla condanna a 30 anni di Stefano Toffaloni, ritenuto uno degli esecutori materiali dell'attentato che il 28 maggio 1974 provocò 8 morti e oltre un centinaio di feriti. La sentenza del Tribunale dei minori di Brescia, ha spiegato il legale, “arriva in un momento nel quale la ricostruzione delle stragi degli anni Settanta, grazie anche all'ultima sentenza a Bellini per la strage alla stazione di Bologna, sta facendo grandi passi avanti. È importante arrivare all'identificazione sempre più del ruolo ricoperto dalla destra venta e dagli appartenente a Ordine nuovo”. Toffaloni, 68 anni, è attualmente un cittadino svizzero. “Ha acquisito la cittadinanza svizzera grazie un matrimonio, quindi in teoria potrebbe anche venirgli revocata - ha chiarito l'avvocato Sinicato -. Poi, in caso di condanna definitiva, bisognerà vedere se le autorità elvetiche accetteranno di estradarlo in Italia”.
Pm Bonfigli: “Primo passo, ma venuta fuori la verità”
“È solo il primo passo, naturalmente, perché adesso poi bisogna aspettare gli altri gradi di giudizio, aspettare soprattutto le motivazioni. Comunque, per me, credetemi, la cosa principale, a parte le responsabilità individuali, è che è venuta fuori la verità del contesto”. È quanto ha affermato Silvio Bonfigli, magistrato oggi a capo della procura di Cremona che assieme alla collega Bressanelli ha rappresentato l'accusa nel processo a carico di Marco Toffaloni, condannato a trent'anni davanti al tribunale dei minori per la strage di Piazza della Loggia. “Quindi è un passo importante perché questa è la verità processuale che lentamente anche se inesorabilmente si avvicina a quella storica. Di certo - ha aggiunto Bonfigli - se tutti avessero fatto il loro dovere ad agosto del 1974, questo sarebbe stato un caso risolto”