
Olindo Romano e Rosa Bazzi oggi hanno rispettivamente 63 e 62 anni
Milano – Non ci sarà alcuna revisione del processo per la strage di Erba. La Cassazione ha posto la parola fine alla lunga vicenda giudiziaria legata alla colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in tre gradi di giudizio per il quadruplice omicidio avvenuto l’11 dicembre del 2006 di Raffaella Castagna, del piccolo Youssef Marzouk, della nonna Paola Galli, di Valeria Cherubini e del tentato omicidio di Mario Frigerio, unico superstite, oltre che supertestimone.
I giudici della Suprema Corte hanno ritenuto tutti infondati i motivi con i quali i legali di Olindo e Rosa chiedevano di rivedere la decisione di luglio, pronunciata dalla Corte d’Appello di Brescia, che aveva dichiarato l’inammissibilità del nuovo procedimento. I giudici bresciani avevano motivato il diniego a un processo bis in 87 pagine, ma in sintesi avevano scritto: “L’istanza è manifestamente inammissibile, esaurendosi nella ripetizione alla luce delle nuove acquisizioni (che tali non sono), nella prospettiva della falsità della prova, di doglianze già sviluppate nei precedenti gradi di giudizio e in sede di incidente di esecuzione”.
Il sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser (ora in pensione) e il team di avvocati dei due ergastolani Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux, avevano chiesto la riapertura del caso, che per anni ha diviso l’opinione pubblica, contestando i pilastri sui quali si erano poggiate le sentenze precedenti, tutte di condanna. Mettevano in discussione la testimonianza del superstite Mario Frigerio, che, in realtà, aveva riconosciuto Olindo, la traccia di sangue di una delle vittime trovata sul battitacco dell’auto in uso ai Romano e le confessioni (sette nel corso degli anni) dei due imputati.
Nel ricorso presentato agli Ermellini gli avvocati ribadivano le “plurime acquisizioni scientifiche nuove”, i “dirompenti dati clinici inediti”, da rileggere “alla luce di nuove clamorose scoperte scientifiche”, che avrebbero messo in dubbio anche la credibilità dell’unico testimone oculare, Frigerio. Si evidenziavano ancora i “fatti nuovi”, si enfatizzava lo “strabismo motivazionale” nel descrivere le fasi della morte di Valeria Cherubini e si metteva in dubbio la genuinità delle confessioni dei Romano, arrivando a definirle “tutte false”.
L’ultima speranza di una sentenza dall’esito diverso, per Olindo e Rosa, parrebbe ormai archiviata, ma non si arrende l’avvocato Fabio Schembri, almeno stando alle parole pronunciate a caldo: “Siamo amareggiati, ci aspettavamo un annullamento. La Cassazione però – prosegue – ha usato la formula del rigetto del ricorso e non dell’inammissibilità. Vedremo le motivazioni e capiremo perché, poi valuteremo se ricorrere alla Corte Europea. E – conclude – resta ferma la possibilità di chiedere altre revisioni se ci fossero delle nuove prove”.
Per l’ex pg Tarfusser: “La giustizia, quella con la G maiuscola, quella in cui ho creduto per 40 anni, ha perso. Mi dispiace per i due cui non è stata data la possibilità di dimostrare la loro innocenza”. Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna parla di “ennesima delusione”.
Sollevati, invece, i fratelli Castagna: “È finita, sarà davvero difficile per la difesa di Olindo e Rosa riprovare la strada della revisione. Lo sapevamo prima che i colpevoli erano loro e anche oggi è stato acclarato oltre ogni ragionevole dubbio”.