Martedì 5 Novembre 2024
ANNA GIORGI
Cronaca

Strage di Erba, si riapre il processo. Il giudice Tarfusser: “Accuse troppo deboli contro Rosa e Olindo. Va riscritta la sentenza”

La soddisfazione del magistrato che invocava la revisione del procedimento: "La confessione è stata estorta e il supertestimone fu condizionato"

Rosa Bazzi e Olindo Romano stanno scontando l'ergastolo

Rosa Bazzi e Olindo Romano stanno scontando l'ergastolo

Cuno Tarfusser, come primo atto da sostituto procuratore generale di rientro a Milano (dopo l’incarico alla Corte Penale Internazionale) ha presentato una richiesta di revisione del processo per cui sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, guadagnandosi subito un procedimento disciplinare da parte della procura generale della Cassazione. Ora, invece, la Corte d’Appello di Brescia ha accolto in toto la sua istanza e ha ammesso il ricorso.

Il magistrato Cuno Tarfusser
Il magistrato Cuno Tarfusser

“Sono molto soddisfatto e felice per due motivi. Il primo è che la riapertura del processo è un atto di giustizia nei confronti di chi è in carcere da 17 anni e quindi, meno male che la giustizia in Italia esiste ancora. E secondo, perché sono sempre stato convinto di quello che ho scritto nella mia richiesta di revisione ed è una decisione, quella di Brescia che mi ripaga di alcune negatività e tanti intralci che ho subito da quando sono rientrato alla procura di Milano".

Si riferisce allo spinoso disaccordo con il capo della procura generale di Milano Francesca Nanni che l’aveva accusato, fra l’altro, di avere scavalcato il regolamento interno, oltre che le normali procedure e di essersi rivolto direttamente alla Corte d’appello di Brescia?

"La Nanni è l’ultimo tassello di una serie di ostacoli. Ora vorrei dire a tutti: lo vedete che non sono pazzo? Anche se c’è qualcuno che ha pensato altro di me".

Entriamo nel merito della riapertura, quali sono secondo lei gli elementi che ’traballano’ di più nel vecchio impianto accusatorio?

"Tutto il quadro probatorio è ed è sempre stato estremamente debole, non sufficiente alla pronuncia di una sentenza, ora le nuove tecniche investigative che si sono affinate in questi anni hanno completamente disintegrato quelle prove gia deboli di loro".

C’è qualcosa dell’iter processuale che ha portato alla sentenza di ergastolo che lei contesta sopra ogni altra cosa?

"La confessione di due persone analfabete che, a mio avviso non fu spontanea, ma direi che fu ’spintanea’. E poi Frigerio che, in realtà, nelle prime dichiarazioni descrive un assassino fisicamente diverso da Olindo Romano. E viene condizionato al punto tale dagli inquirenti da auto-convincersi che sia stato aggredito da Romano".

Quando parla di confessione “spontanea” denuncia una condotta dei giudici?

"Denuncio, come ho scritto nella richiesta di revisione, anomalie gravissime, anche se non voglio parlare di ’frode processuale’ perché sarebbe troppo".

Con quale spirito attenderà l’udienza del 1 marzo?

"Da sereno spettatore. Io sono un operaio del diritto, un operaio specializzato, mi sono limitato ad esaminare le carte".

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