Roma, 23 settembre 2022 - Pubblichiamo la lettera che Gabriele Maestrini – padre di Elena, una delle 13 studentesse Erasmus morte il 20 marzo 2016 in un incidente in Spagna – ha inviato nei giorni scorsi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere un intervento sui ritardi della giustizia spagnola
Illustrissimo Presidente della Repubblica,
mi chiamo Gabriele Maestrini, sono il padre di Elena, una delle 13 ragazze decedute in Spagna il 20 marzo 2016.
Sono sei anni e sei mesi che mia figlia è stata uccisa durante una gita culturale mentre frequentava il programma studentesco Erasmus.
Da tale data abbiamo dovuto subire tre tentativi di archiviazione dell’inchiesta, soltanto la volontà e la disperazione di noi genitori ha permesso che ciò non avvenisse. A settembre del 2020 è stato deciso di rinviare a giudizio il solo autista del pullman; soltanto il 15 di questo mese, a distanza di due anni dal rinvio a giudizio, è stato fissato il primo incontro tra il giudice spagnolo e i nostri legali. Il giudice in tale circostanza ha comunicato per il solo autista la data di inizio del processo per il 3 ottobre 2023.
Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente, in quanto ritengo vergognosa e inaccettabile la gestione dei giudici spagnoli nella mancata volontà di conoscere e rendere giustizia alle nostre ragazze.
Ad ottobre 2023 saranno passati 7 anni, 6 mesi e 13 giorni in attesa di conoscere la verità.
Chiedo umilmente che lo Stato italiano assuma una posizione ufficiale per quanto avvenuto a queste nostre connazionali.
La nostra aspettativa è che sia aperta una indagine per approfondire le cause e concause materiali eo morali che hanno provocato tale tragedia.
Nel tempo passato sono state presentate proposte di inchieste parlamentari, oltre a interrogazioni al nostro Ministro degli Esteri senza alcun esito. Neanche la Procura ha aperto una inchiesta parallela dopo le prime e assurde archiviazioni spagnole.
Soltanto con la vera verità potranno essere presi dei correttivi per migliorare la sicurezza dei nostri giovani che continueranno a fare queste esperienze di studio e di integrazione europea.
Mi affido a Lei, Illustrissimo Presidente, alla Sua sensibilità, nella speranza di un Suo cortese interessamento.
Distinti saluti.