Lunedì 25 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Strage di Brandizzo, l’inquietante ipotesi: gli operai traditi da un treno merci ‘in anticipo’

L’inchiesta: per un equivoco avevano iniziato a lavorare durante il passaggio dei treni. Salvini promette: "Voglio andare fino in fondo, indagherà anche il ministero"

Brandizzo (Torino), 1 settembre 2023 – La squadra di operai falciata dal treno non aveva avuto la certificazione che la linea fosse stata chiusa, ma avrebbe iniziato a lavorare lo stesso per un tragico equivoco. "La procedura – ha spiegato un addetto ai lavori agli investigatori – prevede che il dirigente movimento della sala operativa territoriale dia il nulla osta a un tecnico Rfi presente in loco, che, ricevuta la telefonata, scrive il via libera ai lavori da quel momento a una ora prestabilita e lo consegna fisicamente al caposquadra che deve effettuare l’intervento". È il nulla osta. Ma dai riscontri di Rfi la comunicazione in oggetto non sarebbe mai arrivata ad Antonio Massa, 46 anni – uno dei due lavoratori sopravvissuti –, il dipendente Rfi che aveva il delicato compito di dare il nulla osta ed si trovava sulla banchina dalla stazione di Brandizzo in vista della squadra guidata Andrea Giardin Gibin, l’altro sopravvissuto.

Ma se il dipendente Rfi non ha né ricevuto né comunicato il via libera, perché la squadra è intervenuta? L’ipotesi della procura, sentiti gli addetti ai lavori, è un sostanziale equivoco. Gli operai della Sigifer di Borgo Vercelli conoscevano benissimo quella linea e sapevano che da qualche tempo a quell’ora transitavano due treni, un passeggeri con carrozze vuote, in trasferimento, e poi un merci. Ieri invece è accaduto il contrario, è passato prima il treno merci e poi il passeggeri. Quando hanno visto transitare il merci – è l’ipotesi della procura – i lavoratori hanno pensato che la linea fosse chiusa e non hanno atteso che il dipendente di Rfi consegnasse al caposquadra il nulla osta ai lavori.

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Se è andata davvero così lo diranno i riscontri in corso e le testimonianze dei due sopravvissuti in loco. A coordinare gli investigatori è la procuratrice di Ivrea, Gabriella Viglione, mentre sul posto si è recata la pm Giulia Nicodemo, sta acquisendo tutta la documentazione disponibile e nominerà presto dei consulenti tecnici. Per il momento il fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio plurimo colposo resta contro ignoti. Gli investigatori sono convinti che i macchinisti del treno che ha travolto i cinque operai non sapessero della presenza di persone lungo la linea. "Per quanto riguarda la velocità del treno investitore – osserva poi Rfi –, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h". Nessuna responsabilità da parte dei macchinisti, quindi. Da notare che la certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro mostrata sul sito di Sigifer, l’azienda appaltatrice di Rfi, sembrerebbe scaduta il 27 luglio scorso. Su questo la procura ha in corso una verifica.

Rfi sottolinea di essersi "immediatamente attivata" e "sta offrendo il più ampio supporto alle autorità" ed esprime "sgomento e profondo dolore per quanto accaduto e cordoglio alle famiglie delle vittime".

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"Sotto indagine – spiega Rfi in una nota – è il rispetto della procedura di sicurezza vigente. Questo genere di interventi di manutenzione, vengono affidati anche a imprese esterne e si eseguono in assenza di circolazione dei treni. Il cantiere può essere attivato, quindi, soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa del cantiere, in questo caso dell’impresa, ha ricevuto il nulla osta formale a operare, da parte del personale abilitato di Rfi". E il nulla osta formale, fino a prova contraria, non è mai stato dato.

Mentre l’inchiesta penale va avanti, una seconda indagine è stata aperta al ministero dei Trasporti. "La procura sta facendo il suo – ha detto – ma vogliamo andare fino in fondo e il ministero nominerà anche una commissione, perché nel 2023 non si può morire di notte lavorando sui binari: qualcosa non ha funzionato, c’è stato un errore umano". È stata una strage evitabile e per la quale un responsabile, o più di uno – la procura ne è convinta –, sarà trovato.