Giovedì 16 Gennaio 2025
FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Strage di Bologna. La Cassazione conferma: "Ergastolo per Cavallini"

Condanna definitiva per l’ex Nar. I familiari delle vittime: "Giustizia per l’Italia" Ora si attende il terzo grado di giudizio su Bellini, ex di Avanguardia Nazionale.

Condanna definitiva per l’ex Nar. I familiari delle vittime: "Giustizia per l’Italia" Ora si attende il terzo grado di giudizio su Bellini, ex di Avanguardia Nazionale.

Condanna definitiva per l’ex Nar. I familiari delle vittime: "Giustizia per l’Italia" Ora si attende il terzo grado di giudizio su Bellini, ex di Avanguardia Nazionale.

È Gilberto Cavallini il quarto uomo della bomba che, il 2 agosto di 45 anni fa, esplose nella stazione Centrale di Bologna uccidendo 85 persone e ferendone altre 200. Ieri la Corte di Cassazione ha scritto un nuovo pezzo di storia. Confermando la sentenza di primo e secondo grado: ergastolo all’ex Nar. Cavallini, oggi 72enne, 45 anni fa con Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini (e intanto l’ex di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, dopo l’ergastolo in due gradi di giudizio, attende a sua volta la Cassazione per la stessa accusa) contribuì alla strage più atroce del dopoguerra italiano.

Alla conferma di questo nuovo tassello, molti familiari delle vittime presenti a Roma non sono riusciti a trattenere le lacrime. "Una grande emozione, dopo dieci anni di lavoro – commenta un loro avvocato, Andrea Speranzoni –. Ha vinto la giustizia e la Repubblica italiana colpita dalla violenza politica. Questa sentenza la dedichiamo alla Repubblica democratica e a chi ha cercato di negarle la sua autonomia nelle decisioni politiche".

I supremi giudici hanno dunque sposato l’impianto accusatorio prospettato dalla Procura generale per la quale "è pienamente provato" l’apporto concorsuale di Cavallini nella strage, che diede supporto quantomeno logistico al gruppo dei Nar e avrebbe anche fatto da ponte tra l’eversione nera e servizi segreti deviati. L’imputato, cui in aula sarebbero sfuggite addirittura alcune lacrime, è in carcere dagli anni Ottanta; attualmente è detenuto in semilibertà a Terni, e non è detto che alla luce di questa sentenza definitiva la sua posizione cambi.

"È stato un processo politico, a tunnel, con una decisione già predeterminata e inamovibile", attacca l’avvocato Alessandro Pellegrini, che con il collega Gabriele Bordoni difende Cavallini. I due, nel ricorso, avevano chiesto ulteriori approfondimenti istruttori, tra cui un nuovo test del Dna sui resti nella tomba di Maria Fresu, per chiarirne l’appartenenza, la desecretazione di documenti dei servizi dell’estate 1980 relativi alla strage, e l’audizione del terrorista del Fplp Carlos ’lo Sciacallo’. "Dispiace ma non meraviglia che le nostre istanze non siano state accolte – così Bordoni –: non si è colta l’occasione per dare una verità completa su quella terribile tragedia a un Paese civile e ai suoi cittadini".

Cavallini, condannato per strage per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, dovrà pagare le spese di difesa sostenute da presidenza del Consiglio, ministero dell’Interno e delle Infrastrutture, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Rete Ferroviaria Italiana e dalle vittime del reato e dai loro familiari parti civili.

Federica Orlandi